Domenica, 03/02/2019 - Mi ritrovo a chiedermi se San Biagio, di cui oggi si celebra la festa con varie benedizioni della gola, oltre a proteggere e guarire un elemento essenziale della fonazione, per caso potrebbe anche proteggere un altro elemento della comunicazione, la penna (quella in mano ai giornalisti, intendo).
Ci sono diverse malattie che la attaccano, rendendola insulsa o addirittura paralizzandola.
C'è stata l'epidemia di querele per diffamazione a mezzo stampa. La maggior parte si è salvata pagando un difensore e riuscendo a farsi assolvere in sede giudiziaria. Qualcuno ha dovuto soccombere e caricarsi di pesi finanziari, indennizzi e multe, che li hanno afflitti tutta la vita. Altri hanno sottoscritto un patto sottinteso, passando con penna e bagagli dalla parte del querelante (e scopri che l'amico di ieri è diventato il nemico di oggi)
Ora c'è invece un sistema apparentemente più soft, il ritiro della tutela a quelle penne che si intrufolano nei postacci dove non sono desiderate. Gli idioti che, invece di spiegarci quanto tutte le nostre mille miserie siano dovute all'immigrazione, vanno a ficcare il naso nelle amministrazioni di livello e nella gestione dei legami e dei quattrini
Le penne-punte di diamante sono poco numerose e probabilmente le mafie avranno il buon gusto di non sparargli, ma il punto non è questo.
Il punto è che lo Stato ne sconfessa l'operato.
Ovvero non vuole la verità
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