A tutto schermo - Volver è un film sui ritorni e sulle donne. Premiate a Cannes le incredibili attrici del cast di Almodovar
Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2006
Chi non ha visto negli ultimi decenni almeno uno dei tanti geniali, discussi, esilaranti, amari, formidabili film del regista spagnolo Pedro Almodovar? Protagoniste d’eccellenza del suo mondo esuberante e delle sue atmosfere uniche, popolari o signorili, sempre autentiche, passionali e vitalissime sono comunque le donne: madri, zie, cognate, mogli, single, vedove, sorelle, amiche, amanti, giovani, vecchie, allegre, tristi, innocenti o seduttive, gelose, generose, trasgressive. Nel suo ultimo film, Volver (Tornare), l’autore torna a temi e personaggi femminili universali, girando nel cuore della regione La Mancha, dov’è nato e dove la sua famiglia ha vissuto per anni. Non a caso consulenti del film per quanto riguarda abitudini, usi e costumi manceghi, sono state le sue sorelle maggiori. “Volver è un titolo - afferma il regista - che comprende diversi ritorni: quello alla commedia ed alle attrici con cui non lavoravo da anni (come Carmen Maura e Penelope Cruz), quello alla maternità, come origine della vita e della finzione e, naturalmente, il ritorno ideale a mia madre, così come nel film il fantasma di una madre appare alle proprie figlie. Nel mio paese natale queste cose accadono e il film, oltre a rendere omaggio alla solidarietà delle vicine di casa (spesso vedove o non sposate) che nei paesi rendono più sopportabile la vita delle donne anziane e sole, è anche un omaggio ai riti sociali delle persone di questi luoghi relativamente ai defunti, che non muoiono mai veramente perché se ne coltiva sempre la memoria”. La storia racconta di tre generazioni di donne che, sole per motivi diversi, sopravvivono ad eventi durissimi, la povertà, la sofferenza ed anche la morte, grazie al coraggio, all’inventiva, alla solidarietà e ad una forza vitale fuori del comune: Raimunda (una Penelope Cruz bella e piena di energia) vive con la figlia (la giovanissima Yohana Cobo) ed il marito perennemente disoccupato in un quartiere operaio di Madrid; la sorella Sole (Lola Dueñas, intensa in un ruolo complesso), timida e schiva, fa la parrucchiera accogliendo le clienti in casa sua. Le due sorelle tornano nel paese natale perché una vecchia zia è in fin di vita, chiamate da Augustina (una scarna e bravissima Bianca Portillo) la vicina di casa che assiste da sempre la zia malata. Qui incontreranno, con sgomento, la madre creduta morta in un incendio: si tratta di un fantasma o di una persona in carne ed ossa? Nel frattempo un omicidio e la necessità di denaro spingono Raimunda a tenere aperto un ristorante in assenza del proprietario. Le protagoniste del film - premiate a Cannes tutte insieme come migliori attrici - cucinano, piangono, cantano, si aiutano, sotterrano morti e convivono con i fantasmi, portano avanti l’esistenza delle famiglie, con atti a volte eroicamente folli, al di là di schemi e pregiudizi sociali, senza mai risparmiarsi. E’ la storia di ogni donna, che può riconoscersi nelle protagoniste del film senza infingimenti.
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