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Paure reali e paure ‘deviate’

Paure reali e paure ‘deviate’

Strumenti - "In Italia, il problema non è il crimine. È la paura."

Morselli Gianna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2008

Dal rapporto,"Il peso del crimine nella Ue”, della Commissione Europea nei 18 Paesi che ne fanno parte, risulta che nel mondo reale l’Italia è un Paese piuttosto sicuro. La criminalità comune affligge gli italiani assai meno che i cittadini dei Paesi del Nord. Per quanto riguarda le aggressioni e le minacce, siamo all’ultimo posto. Per i crimini legati a questioni di razza, fede e orientamento sessuale, l’Italia è diciottesima su diciotto, risultiamo il paese meno discriminatorio. Siamo quinti in Europa per furti con scasso ma secondi con la convinzione che entro un anno verranno a rubarci in casa. In Italia, il problema non è il crimine. È la paura. Cos’è che provoca questa distorsione?
La paura da queste statistiche pare tutto sommato infondata, eppure c'è. E' una paura che viene "deviata" dalla propaganda dei poteri forti, perchè in realtà avere paura è un sentimento che come umani ci appartiene e attiene alla sopravvivenza. Abbiamo ragione ad avere paura, l'ambiente è in serio pericolo, il nostro è un mondo in guerra, la denutrizione uccide milioni di persone, il profitto di pochi mette in serio pericolo la vita di molti, per non parlare del vivere quotidiano delle persone che non hanno un reddito sufficiente e sicuro, una casa dove vivere, la salute precaria, e chi più ne ha più ne metta...
Ma quello che può sembrare un sentimento negativo può diventare una opportunità per cambiare punto di vista e agire di conseguenza.
Davanti alla paura si attivano normalmente due reazioni: la fuga o l’attacco. Ma può succedere che se l’evento reale o immaginario provoca un trauma, la reazione non c’è, rimane bloccata come congelata, sospesa e non viene elaborata.
Ebbene è questo che sta succedendo, da queste operazioni mediatiche e la propaganda creata ad arte, i soggetti più fragili, che stanno vivendo o hanno vissuto eventi traumatici si “agganciano”a emozioni negative simili, vengono restimolati e si ottiene in questo modo il risultato voluto; la totale paralisi e di conseguenza il permanere in uno stato costante di paura.
Uno degli strumenti per non permettere a nessuno di influenzare negativamente i nostri comportamenti e i nostri pensieri è reagire, mettiamo in campo la nostra capacità di giudizio, occupiamoci davvero della nostra vita, ri-mettiamoci in gioco. Riscopriamo ciò che ci interessa realmente e individuato l’obiettivo diamogli voce e gambe. Modifichiamo i sentimenti di diffidenza in curiosità e andiamo a conoscere il mondo, quello vero, intrecciamo relazioni con chi stimiamo,
prendiamo le distanze dalle situazioni che non ci convincono non lasciamoci coinvolgere, ascoltiamo con attenzione il nostro cuore, solo così ci sentiremo protagonisti e non vittime paurose e impotenti alla mercè di un destino mortifero.


(20 novembre 2008)

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