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Paure indotte e paura vera

Paure indotte e paura vera

"Altra" politica - "Dalle tossicodipendenze alla prostituzione alle pari opportunità, dalle integrazioni dei rom e degli immigrati alla lotta alle esclusioni degli svantaggiati, si sono consolidate esperienze significative che oggi sono pressoché ignora

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2008

Di recente il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute ha denunciato che per fuggire ad una retata a Bari, una prostituta senegalese è stata investita ed è morta. Il Comitato ha chiesto di aprire un’indagine sull’operato delle Forze dell’Ordine “che si sono rese ‘complici’ della morte” di quella giovane. Indirettamente - ma quanto indirettamente? - un disegno di legge ideato per contrastare la prostituzione è responsabile di quella morte e discutere se addossare la responsabilità alla fatalità o alla politica non servirà a restituire la vita ad una donna che l’ha persa a soli 24 anni. E’ stata una morte di serie B, che i grandi flussi della comunicazione non hanno ritenuto degna di attenzione, insieme a chissà quanti altri fatti analoghi. La dignità di notizia da prima serata l’ha avuta, invece, il pestaggio del giovane Emmanuel a Parma. I vigili urbani avevano scambiato quel bravo ragazzo, studente lavoratore, per un pusher e senza troppi preamboli lo hanno ridotto talmente male che le tumefazioni erano evidenti persino sulla sua pelle nera. Aggressioni tra bande, con esiti più o meno gravi, sono ormai quotidiane ed è sempre più difficile distinguere quelle di stampo razzista dai casi di pura bestialità urbana. C’è un clima che consente di archiviare sotto la generica voce ‘paura’ tutta una gamma di problemi che richiedono analisi e risposte complesse e articolate. Si va per le brevi e si preferisce la scorciatoia dell’evocazione della sicurezza dietro cui mascherare interventi ad effetto. Il tutto, tradotto in termini politici, produce provvedimenti destinati a durare qualche settimana, giusto il tempo dell’efficacia calcolata per lo slogan coniato ad hoc. Questo vale per l’esecutivo nazionale esattamente quanto per i sindaci–sceriffi inventori delle più fantasiose ordinanze. Mentre il governo va avanti puntando alla pancia della gente, dando risposte tagliate a misura di presunti bisogni e privilegiando le banche invece dei lavoratori, le opposizioni stentano a ri-trovare una qualche sintonia con i bisogni reali. Tempi difficili, non c’è dubbio, ma che potrebbero essere precursori di tempi anche peggiori perché, continuando ad agitare fantasmi, si eludono i problemi veri e si perde tempo prezioso. Le situazioni incancreniscono ed inevitabilmente peggiorano. Le competenze per leggere e gestire anche le più delicate problematiche sociali abbondano perché in tutti i campi si sono costruite eccellenze e sono stati sperimentati percorsi di recupero. Dalle tossicodipendenze alla prostituzione alle pari opportunità, dalle integrazioni dei rom e degli immigrati alla lotta alle esclusioni degli svantaggiati, si sono consolidate esperienze significative che oggi sono pressoché ignorate in onore di un interventismo di superficie. Metodi e filosofie che sono agli antipodi. E’ un altro paese quello che oggi decide e a cui, stando ai sondaggi, ben più che la maggioranza degli italiani e italiane plaude. L’impressione è che serpeggia la paura, quella sì vera, che i tagli ai servizi sociali e i sostegni alle banche ci costeranno forse di più in termini di perdita di diritti che di potere d’acquisto. Una politica ‘altra’ è indispensabile, e va sintonizzata con quel paese che nei sondaggi è minoranza o tace, per lo sconforto di sentirsi perdente più sul piano culturale che numerico.



(25 novembre 2008)

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