Patrilinearità e soppressione simbolica della donna
«IL COGNOME PATRILINEARE, in Italia e in ogni altro Paese in cui vige, È IL BURQA CULTURALE DELLE DONNE» (I.N. da ITER DEL COGNOME MATERNO IN ITALIA nei regimi di matrimonio e di convivenza, gruppo di FB).
Venerdi, 27/01/2012 - «Finché continueremo a permettere che in nome di una presunta unità familiare si perpetui la negazione simbolica della donna, mediante la soppressione dell'ascendenza familiare materna praticata dall'attuale sistema patrilineare, l'immagine femminile sarà sempre quella di un soggetto "minore", inidoneo a garantire ai figli la formazione dell'identità personale mediante l’acquisizione di un cognome e relegato a ruoli di puro e non condiviso "accudimento". 

La "minorità" non rimane confinata alla cellula familiare, come comunemente si ritiene: si estende a macchia d'olio all'intero sistema concettuale, politico e sociale, contribuendo di fatto a mantenere disposizioni e attitudini discriminatorie, di cui le donne hanno pagato e continuano a pagare molto caro un loro, del tutto esclusivo, sovrapprezzo».
Quanta parte di quell'odio verso le donne, che si traduce in violenze da cronaca nera, nasce dalla frustrazione maschile di non poter generare direttamente e quanto è invece dovuto all’incremento operato ancor oggi da un sistema, che, mediante il cognome unico paterno, inculca e fonda l'idea di soppressione?
Di maschilismo latente e manifesto è intrisa la nostra cultura dominante, che si sostanzia di una lingua sessista e di una formula familiare discriminante. I genitori dei figli sono due.
Eliminare tutti i fattori culturali che contribuiscono alla violenza di genere, tra i quali pesa la patrilinearità dei cognomi, è una riforma che non può attendere oltre.
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