Emilia Romagna/Servizi - La Regione impegnata per garantire il parto indolore
Gabriella Ercolini Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2006
«Il parto indolore è diritto di ogni donna». E’ il principio importantissimo sul quale si basa la risoluzione presentata alla Regione Emilia-Romagna, che vede tra le firmatarie le consigliere Ds Gabriella Ercolini e Laura Salsi, al fine di perseguire l’obiettivo dell’accesso al parto indolore per le donne.
«Le persone hanno diritto di vivere senza sofferenze e di ricevere cure adeguate ai loro problemi di salute e di relazione – recita il preambolo del documento di prossima discussione nell’Assemblea Legislativa -. La lotta al dolore deve essere una priorità dei servizi sanitari della Regione Emilia-Romagna e le persone hanno il diritto di vivere con la possibilità di evitare le sofferenze, ricevendo la terapia antalgica sia per condizioni continuative di patologia cronica e avanzata, sia per situazioni legate alla contingenza dello stato di percezione del dolore».
Il documento chiede alla Giunta regionale un impegno preciso in questa direzione, coinvolgendo la comunità scientifica emiliano-romagnola e determinando gli indirizzi tecnici per garantire condizioni minime di sicurezza e buona pratica della partoanalgesia, che verrebbe così inserita tra i servizi erogati dal Sistema Sanitario regionale, in modo da favorire la possibilità di scelta delle partorienti in tutto il territorio.
«La cultura che vogliamo affermare è quella dell’attenzione alla persona, dalla nascita alla morte, dell’attenzione alla qualità della vita dal primo all’ultimo giorno – commenta Gabriella Ercolini –. In questo senso sono preziose esperienze come quella dell’hospice, tipo di struttura per malati terminali che nel mondo anglosassone si è diffusa già a partire dagli anni ’70 e per le quali la nostra regione è all’avanguardia. Purtroppo nella classe medica, e negli stessi pazienti, è ancora diffuso un sentimento di sottovalutazione del problema, figlio di un’interpretazione che vede nel dolore una sorta di espiazione. Ma tra i diritti della persona c’è anche quello di non soffrire. Per questo dobbiamo promuovere percorsi condivisi che s’impegnino a dare a tutte le persone, anche a quelle che dal punto di vista medico non hanno speranze di guarigione, la possibilità di vivere al meglio tutti i giorni della loro vita».
Gabriella Ercolini
Consigliera Regionale Gruppo Uniti nell'Ulivo-DS
(13 aprile 2006)
La scheda
In Emilia Romagna, nel 2004, risultavano complessivamente occupate 1.846.000 persone di cui 1.044.000 maschi e 802.000 femmine. Il tasso di disoccupazione femminile in regione è in crescita (5% contro quello maschile al 2,7%), così come la precarietà (32% contro quella maschile all’11,2%): i contratti a tempo determinato riguardano il 10% delle lavoratrici, mentre gli uomini inquadrati con questo tipo di contratto si fermano al 6%. Ancora più netta la differenza nel part-time: le donne impiegate a tempo parziale superano il 22%, gli uomini sono soltanto il 4% del totale.
Le buste paga delle lavoratrici, invece, sono in media più leggere del 30% rispetto a quelle dei colleghi maschi, a parità di inquadramento.
Secondo i dati Istat, inoltre, le donne le donne occupate con famiglia lavorano dalle 60 alle 70 ore settimanali, di cui 35-40 fuori casa.
Questo è il quadro in cui si inserisce la legge regionale 17/2005, che non è la sola azione importante in materia decisa dalla Regione. Basti infatti ricordare il bando da 7 milioni di euro emesso dalla Giunta dell’Emilia-Romagna a sostegno dell’occupazione femminile.
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