Questo ritorno dall’Italia mi resta nel cuore: il parallelo vi si forma senza che io possa farci niente. Ho ritrovato il vento, la pioggia e poi il freddo, così come il coraggio e l’ardire; ho rivisto il sole nello sguardo, poi il blu del cielo malgrado la prostrazione. Si rivela bene nel contatto con l’altro, in ciò che lo collega a questa catena umana che parla dell’universo e che si riconosce nei legami di famiglia che riprendono vigore senza posa come i germogli all’inizio della primavera.
Ho rivisto Pasqualina che somiglia a mia nonna Loreta ... Donne di ieri, di oggi, donne di cuore e di coraggio che dicono il domani in un modo che è loro proprio.
Mia nonna Loreta sembra vivere ancora nel paese delle sue origini, quello che ha lasciato nel 1925 fornita del passaporto rosso dei nullatenenti, analfabeti numerosi senza nome e senza volto alla ricerca di un alito di vita al limitare di un paese che vomitava la sua gente senza alcun rimorso. Strappata alla sua terra, alla ricerca disperata di un futuro per i suoi, ha mantenuto per tutta la vita la capacità di donare, donare il suo quotidiano sino a farne radici.
Nello stesso paese, Pasqualina coabita con la nostra epoca, in un ambiente inadatto a valorizzare le sue numerose competenze. Ridendosi di un immenso sapere che non sarà mai universitario, esso resta indifferente sia all’usura del suo corpo che alla ricchezza della sua anima. Aderendo alla sua terra sino a restarne incurvata, alla ricerca di radici per i suoi, lei serba per tutta la vita la capacità di donare, donare il suo quotidiano sino a farne radici.
Ho rivisto Pasqualina che somiglia a mia nonna ... donne di ieri, di oggi, donne di cuore e di coraggio che dicono il domani in un modo che è loro proprio.
Questo paese della terra, terreno umano vecchio di secoli, Italia universale in forma di globo, ha visto le donne vivere, sopravvivere e sperare. Sono parecchie le Pasqualina e le Loreta, straziate, logorate, ostinate nel fare delle loro radici il più bel canto d’amore, il canto eterno della speranza. Vi hanno messo ore, intere esistenze, musiche del mondo provenienti dal loro grembo, frutti che vi hanno seminato. Vi hanno messo il tempo, ma non vivranno mai abbastanza per sapere che hanno vinto.
Ho rivisto Pasqualina che somiglia a mia nonna ... Donne di ieri, di oggi, donne di cuore e di coraggio che dicono il domani in un modo che è loro proprio.
Non disperate di questo universo che uccide, la Vita è ben più grande.
Essa è fatta dalle mani di tutte le Pasqualina e di tutte le Loreta. Plasmata dalla loro vita e dalle loro convinzioni, essa ricorda questi esseri di forza che resteranno sconosciuti per sempre. Non si celebrerà per niente la loro determinazione, non verrà dato loro alcun trofeo.
Eppure ne avranno davvero uno. Sarà l’ode all’umanità, l’ode alla grandezza d’animo e all’altruismo, l’elegia al dono di sé e alla compassione.
Forse non si avvertirà che una esalazione al centro di questo secolo disumanizzato, ma chi sarà veramente attento, saprà. Riconoscerà la catena umana delle donne di coraggio e allora si saprà che esse si radunano per fare ciò che hanno sempre fatto sin dall’inizio del tempo : dare la vita.
Al limite estremo dei loro sforzi, della loro resistenza, del loro spossamento, della loro solidità, della loro audacia, la vita verrà. E si parlerà di loro dicendo che hanno la fede.
Lascia un Commento