Spigolando tra terra, tavola e tradizioni - Tutti sanno che la Pasqua cristiana ogni anno si celebra in data diversa...Ttradizione e ricette: carciofi fritti
Ortensi Paola Sabato, 27/02/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2016
Tutti sanno che la Pasqua cristiana ogni anno si celebra in data diversa e, in gergo, è definita bassa - come quest’anno - o alta. Cade sempre la prima domenica dopo Il plenilunio di primavera, circostanza che riguarda anche la Pasqua ortodossa. Le due ricorrenze non coincidono in quanto il calcolo fa riferimento a due calendari diversi: quello Gregoriano e quello Giuliano. Le ragioni della luna conferiscono alla Pasqua una magia in più, aggiungendosi all’enorme simbolo della Resurrezione di Cristo richiamo di sicuro impatto anche per chi, laicamente, associa l’idea della “resurrezione” alla primavera e alla rinascita della natura, trionfo della vita.
Ecco poi la Pasqua ebraica - Pèsach, cioè passaggio - da cui le altre hanno origine e che rimanda alla fuga dall’Egitto, verso la salvezza, degli ebrei guidati da Mosè. Pasqua ebraica, che prevede 8 giorni di festeggiamenti ed è chiamata anche ”festa degli azzimi”, con riferimento al tipico pane non lievitato, detto azzimo.
Da qualunque parte la si veda, la Pasqua è “uscita” dal dolore, dalla sofferenza, dalla morte per glorificare il ritorno alla vita. E di questo parlano i simboli che l’accompagnano. Persino il rito delle pulizie di Pasqua, lo sciogliersi delle campane, la tradizione dell’uovo - colorato, dipinto, mangiato - elevato ad opera d’arte che con diverse sottolineature è simbolo di vita e, secondo alcune interpretazioni, addirittura del sepolcro di Cristo. Il guscio, una volta infranto, è come la porta che introduce alla vita che s’impone. Il tuorlo giallo, dopo l’albume fosforescente, forse assimilabile alla sorpresa che i bambini cercano gioiosamente nelle uova di cioccolato.
A fianco all’uovo c’è la colomba, che richiama quella che, tornando all’Arca con un rametto d’olivo, “raccontò” a Noè che il diluvio era terminato, che le acque si ritiravano e la terra riemergeva. Gioia, anche attraverso l’abbondanza del cibo, che viene dopo penitenza e dolore, la Quaresima e la crocefissione di Cristo, ma che travolti dalla sua resurrezione riportano speranza e gioia.
Pasqua, dunque, con l’ambizione di contaminare al di là del credo tutti gli esseri umani che hanno diritto e necessità del bene. Una laicità intrecciata alla sacralità della festività, che trova l’apoteosi simbolica del festeggiamento a Pasqua, con abbondanza di cibo iniziando dalla ricca colazione, e anche a Pasquetta, chiamata anche lunedì dell’angelo. Fu un angelo, infatti, che alle tre donne - Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe e Salomè - di fronte al sepolcro, trovato aperto, rivelò che Gesù era risorto.
Nel tempo in Italia si è consolidata la tradizione popolare delle famose scampagnate di Pasquetta, che a tutt’oggi vivono con modifiche di “modernità” o forse solo di menù. Un prato, una tovaglia o una trattoria di campagna si aprono a porzioni di pasta al forno, uova sode, salame, panini, broccoli e carciofi fritti, carciofi alla romana o alla giudia, frittate, abbacchio al forno con le patate, arrosti, ricotta e pecorino magari con le fave se la Pasqua sarà alta e poi pastiera, pizza Pasqualina, uova e coniglietti di cioccolata che la cultura anglosassone ha affiancato a pecorelle di zucchero, galline o campane sempre di cioccolata e tanto d’altro.
I simboli e i riti della Pasqua crescono, si consolidano e l’augurio di una “resurrezione” dell’umanità tutta rimane l’aspirazione alle radici del ritrovarsi tra uomini e donne di ogni fede.
RICETTE
Carciofi fritti. Carciofi a spicchi ripassati in farina, uovo battuto e fritti in olio bollente.
Frittata rognosa. Cipolla o scalogno soffritto con pezzetti di pancetta, pomodoro fresco o pelati. Far ritirare al massimo l’acqua del pomodoro, battere le uova considerandone una e mezza per commensale. Preparare la frittata da far cuocere bene dentro.
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