Mercoledi, 02/11/2016 - Pier Paolo Pasolini 41 anni fa ed Alda Merini 6 anni fa, lasciavano, la scena della vita che tanto avevano amato, ciascuno a modo proprio.
Una vita, la loro, affrontata con passione, con impegno, a 360° gradi, l'unico modo in cui due grandi artisti, avrebbero potuto farlo.
La Poesia, quella degli intellettuali che predice decenni prima ciò che avverrà e 'dice sempre la Verità' - come diceva Giorgio Bassani - li accomuna e, forse anche una passione politica - da polis, in senso reale - umana, empatica sono lo 'strano' collante che li unisce.
Ed allora riportare due delle loro opere 'estreme', profetiche è la maniera migliore per ricordarli, per far sì che il solito, comodo oblìo non scenda, come buia notte, su di loro.
Dell'erba io ho una idea poetica.
E conosco l'eccesso della poesia.
Perciò ho commissionato dei versi,
per la mia consacrazione(!).
...per pregare dentro a questo spazio sacro
(dove, a dire il vero, non vado a piedi nudi).
( P.P.P., "Preghiera su commissione", 1960)
Ti ho generato col solo pensiero figlio
e non sei mai sceso nel mio corpo come una buona rugiada.
Però sei diventato un’ape laboriosa, hai fecondato tutto il mio corpo
e a mia volta son diventato tuo figlio, figlio del tuo pensiero.
Forse, quando morirò, partorirò tutta la dolcezza che mi hai messo nel primo sguardo
perché figlio, ti ho guardato a lungo, ma non ti ho mai conosciuto.
Figlio figlio mio sognato, figlio ti ho solo pensato
non sei mai sceso nel corpo come una buona rugiada
ti ho guardato a lungo, ma non ti ho conosciuto mai.
(A. Merini, A mio figlio, da "Una piccola ape furibonda")
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