Mercoledi, 14/10/2020 - Alla ricerca degli sguardi (s)confinati delle donne, delle artiste, delle autrici, parte finalmente la 27/ma edizione di “Sguardi Altrove Film Festival”: dopo la sospensione dell’iniziativa causata dall’emergenza COVID-19 nel mese di marzo, infatti, la storica manifestazione internazionale, dedicata al cinema e ai linguaggi artistici al femminile, ha deciso di spostarsi nel mese di ottobre, dal 23 al 31, rinnovandosi con una formula mista: virtuale e fisica.
In occasione di questa nuova e particolarissima edizione, il Festival aveva deciso di lanciare la call #(s)confinamentifemminili, rivolta a tutte le forme di espressività creative, italiane e internazionali, per raccogliere i prodotti audiovisivi realizzati con ogni mezzo di ripresa, in maniera singola o collettiva, per testimoniare il tempo, la creatività, le relazioni dentro e oltre il confine della casa, di artiste e videomaker, durante la recente quarantena imposta dai governi, a causa della pandemia.
L’obiettivo era quello di costruire una narrazione collettiva, un archivio temporale che testimoniasse il periodo vissuto, costituendo il contenuto centrale della 27/ma edizione festivaliera. Senza limiti tematici o di genere (famiglia, rapporti con i figli e con il proprio corpo, con i partner, con il lavoro, con la società civile, con lo smart-working), veniva richiesto di proporre cortometraggi di fiction, documentari, video artistici, della durata massima di 25’, non necessariamente girati durante il lockdown ma anche espressione di urgenze creative legate alla cosiddetta Fase 2, purché rivolte agli sguardi (s)confinati delle donne.
Dopo aver presentato in anteprima italiana il documentario “This Changes Everything” (Tom Donahue, USA 2018 - distribuito in Italia di Lilium Distribution), all’interno del palinsesto della Milano Movie Week nel mese di settembre, opera manifesto delle donne del cinema americano, che a seguito degli scandali sessuali e grazie all’impegno del movimento #metoo hanno iniziato a lottare per ottenere la parità di genere nell’industria cinematografica americana (al quale hanno contribuito artiste come Meryl Streep, Cate Blanchett, Jessica Chastain, Natalie Portman), parte ora l’edizione effettiva, tra streaming e ‘presenza’.
“Il Festival nasce dall’associazione culturale ‘Donne Altrove’ - racconta Patrizia Rappazzo, direttrice artistica dal 1996 - fondata da Gabriella Guzzi, una psicologa operante in un consultorio del Comune di Milano dove il cinema era uno strumento privilegiato per lavorare sulla depressione femminile. Da qui l’idea di Gabriella insieme ad altre donne accomunate dalla passione per il cinema, di creare un’occasione di celebrazione e soprattutto di promozione di cinema di qualità a regia femminile. Nel 1996 ho deciso di cambiare il nome da Donne Altrove a Sguardi Altrove con la volontà di aprire lo sguardo, non di innalzare steccati, e sfruttare l’opportunità del Festival per aprire anzi un dialogo costruttivo sul tema. All’epoca, il Festival nasceva con l’obiettivo di dare visibilità e promuovere a livello internazionale lavori di donne che avevano la volontà di realizzare il loro sogno di diventare registe. Oggi il problema è sentito con minore urgenza, ma questo non significa che non esista più. Attraverso il Festival facciamo un lavoro che cerca di dare valore alla creatività femminile e celebrare i lavori di qualità di donne che nella loro contemporaneità, creatività e soprattutto volontà di lavorare danno vita ad opere che affondano le radici nel passato e si proiettano nel mondo del futuro”.
Il consueto comitato di selezione della Sezione Concorso “Sguardi (S)confinati” è stato quest’anno co-adiuvato nella selezione da un comitato suppletivo composto da professioniste del settore audiovisivo e culturale.
Film di apertura sarà “Love Sarah” della regista Eliza Schroeder (trailer), storia di tre donne che si ritrovano unite da una perdita e da essa ricostruiranno nuovi mondi.
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