Parma / La Città di Antigone. Tra teatro, etica e politica.
Com’è cambiata la città nel corso degli anni? Cosa vuol dire “avere senso civico”? In quale luogo della città ci si riconosce di più? Queste e altre domande stanno cercando una risposta nella comunità di Parma. Molte donne sono state intervista
Sabato, 11/02/2012 - Parma, febbraio 2012. "La città di Antigone" vuole essere una sfida a ripensare all’idea di cittadinanza e di appartenenza a una comunità confrontandosi con i problemi della realtà; un laboratorio teatrale - responsabile - rivolto alle donne “del mondo” della città, migranti e native; un’opportunità per promuovere la cultura dell’inclusione.
Da Febbraio sono aperte le iscrizioni (lacittadiantigone@gmail.com – 349/5243604) per prendere parte a questo progetto nato da un’idea di Andreina Garella che le associazioni Vagamonde e Festina Lente Teatro stanno realizzando grazie al prezioso contributo di Coop Consumatori Nordest, della Cooperativa Oikos e con la collaborazione della Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici Etnoantropologici di Parma e Piacenza e il patrocinio della Provincia di Parma.
Antigone ha disubbidito all’editto dello zio Creonte, tiranno di Tebe che ordinava di non seppellire il fratello morto in guerra nel tentativo di combattere la tirannia e rimasto insepolto fuori dalle mura della città. “La città di Antigone” ha preso le mosse da questa figura eroica e coraggiosa come metafora della condizione femminile nella quale ogni donna si può riconoscere, adesso come allora. Spingendoci, in questo modo, a una riflessione intorno alle parole giustizia, amore, coraggio, ribellione, accoglienza.
Riflettendo su queste parole è stata stilata una lista di domande che sono state rivolte, in questi mesi, a circa quaranta donne della nostra città, donne impegnate, che hanno lasciato una traccia nella città, donne che non fuggono alla responsabilità del presente, attente alla nostra contemporaneità, Antigoni del nostro tempo. Trovando nelle loro risposte forme tangibili di convivenza e di vera cittadinanza.
Le loro parole diventeranno drammaturgia e testo dello spettacolo, esito finale del laboratorio.
Vagamonde e Festina Lente da anni portano avanti un progetto teatrale in cui si è sviluppato uno scambio creativo fra le diverse culture e nel quale sono stati prodotti numerosi spettacoli con l’intento di riconoscere, ricomporre e valorizzare le differenze e il percorso migratorio. Vagamonde e Festina Lente sono convinte dell’importanza e della forza della partecipazione e hanno quindi deciso di invitare tutte le donne (anche senza esperienza teatrale), siano esse migranti o native, a prendere parte alla giornata aperta al termine della quale un gruppo di 15 “Antigoni” saranno invitate a partecipare gratuitamente al laboratorio e alla messa in scena dell’evento finale.
L’appuntamento è fissato per il 25 febbraio presso i Voltoni del Guazzatoio nel Palazzo della Pilotta alle ore 15.30 sede storica importante messa a disposizione dalla Soprintendenza: un’importante occasione per mettersi in gioco e contribuire a costruire una consapevolezza nuova dello spazio urbano, approfittando del teatro come luogo dove ci si incontra liberamente. Un luogo privilegiato, dove promuovere inclusione e cambiamento, in contrapposizione alle ingiustizie, ai respingimenti, alle prevaricazioni, alle negazioni delle libertà individuali, senza dimenticare il rapporto tra “etica e politica”.
I laboratori di Festina Lente sono luoghi d’ascolto, luoghi di riflessione, di ricerca, di conoscenza, di scoperta, luoghi dove affinità e controversie si amalgamano, definendo il teatro uno spazio in cui si accolgono soprattutto le differenze di pensiero.
La città è la casa della società, ne è in qualche modo lo specchio, la proiezione. E, come ci ricorda la saggista spagnola Maria Zambrano, “nessuna città è nata come un albero: tutte sono state fondate, un giorno, da qualcuno arrivato da lontano”.
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