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Parigi può attendere

Parigi può attendere

Una donna che si spende nel disincanto verso la dolce inconsistenza del suo passato e dentro un film itinerante dove avventura e riscoperta di sé coincidono col viaggio

Lunedi, 19/06/2017 - Parigi può attendere

di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media



Parigi può attendere è il primo film di Eleanor Coppola madre che ha seguito il marito documentando le sue imprese cinematografiche in numerosi documentari e ora per la prima volta a 81 anni, è dietro la cinepresa, regista in un film di fiction, in parte autobiografico, interpretato da Diane Lane e Alec Baldwin, Arnaud Viard e Cédric Monnet.



Eleanor Jessie Neil incontrò nel 1963 quello che sarebbe diventato suo marito, Francis Ford Coppola, sul set del suo primo film, 'Dementia 13'. Lei era l’assistente del direttore artistico.



Da quel momento Eleanor è stata una presenza costante per Francis Ford sul set, in casa, in famiglia con tre figli, Sofia , Roman , Gio , il primogenito scomparso a soli 23 anni in un tragico incidente nautico. Tutti figli d’arte e artisti nel cinema.



Come Eleonor stessa ha dichiarato in un’intervista, il regista, "da tipico italiano non voleva che lavorassi, il mio compito era badare alla famiglia".



Tutto cambiò sul set di 'Apocalypse Now'. Eleanor filmò oltre sedici ore di backstage e realizzò un documentario, 'Viaggio all'inferno', che le valse un Emmy.



Il bisogno di esprimere la propria creatività e la passione per il cinema , quindi trovano un iniziale ostacolo nell'idea tradizionalista di famiglia che aveva.



Oggi però Eleonor, la più anziana debuttante americana alla regia, si è definitivamente riscattata, attraverso quella stessa passione per il cinema.



Quando gli è stato chiesto come mai ha aspettato così tanto per girare il suo primo film ha risposto che non aveva mai pensato di essere in grado. “Ho fatto documentari, sono un'osservatrice naturale, è quello in cui mi sento a mio agio, sono la persona quieta che guarda dall'esterno cercando il momento giusto per fotografare”.-ha dichiarato- “Ma a un certo punto ho pensato di avere qualcosa da dire anch'io” .



In parte Il film è autobiografico. La storia che era a Cannes con Francis, e che aveva il raffreddore e dovevo andare con lui a Budapest e che arrivata in aeroporto le facevano male le orecchie, e non salì sull’aereo e se ne andò a Parigi con l'autista che li accompagnava è tutta vissuta così. “Mezz'ora dopo esser partiti ci siamo fermati per il pranzo, un gran pranzo ovviamente. Poi una sosta in hotel. Insomma, ci abbiamo messo due giorni e mezzo per arrivare a Parigi e lui si è divertito a farmi vedere un sacco di posti dove non ero mai stata, a raccontarmi storie.- ha dichiarato.-“ È stato così divertente che quando l'ho raccontato a una mia amica lei ha detto, "questo è un film che mi piacerebbe vedere". Così mi sono messa a scrivere. Però ci sono voluti sei anni per mettere insieme i soldi per girarlo".



La Signora Coppola non rinnega la vita famigliare che ha ritardato la sua espressione artistica, sempre in giro, una vita che a lei, cresciuta a Hungtinton Beach, a sud di Los Angeles, in una cittadina noiosa dove tutto era sempre uguale, piaceva moltissimo.



“Viaggiare non era la cosa più difficile con Francis. “– ha affermato – “Difficile era lasciare gli amici, i miei progetti d'arte, le cose che volevo fare.



Arrivavamo sui set e Francis era tutto eccitato e stimolato con la sua squadra creativa, mentre io seguivo i figli a scuola o facevo la spesa o cucinavo. È stato un periodo complicato perché lui nutriva il suo spirito e io no.”



Eleonor appartiene alla generazione in cui il ruolo di una donna è quello di sostenere il marito nella sua carriera, allevare i suoi figli, avere una casa piacevole. Quello dell’uomo di occuparsi all’esterno della famiglia In più nel suo caso il marito era una persona interessante, i figli stavano bene, ma come lei stessa dice: ”io ero depressa”.



Su consiglio di uno psichiatra ha capito di essere una persona creativa, e che doveva nutrire la sua fantasia. E’ stato difficile conciliare quello stile di vita e la sua natura. Ora finalmente ha potuto fare quello che sente come artista. Compreso fare questo film. A 81 anni.



Nel film quindi c’è molto di lei, della sua vita privata. Anne è a un bivio della vita. A lungo sposata con un produttore cinematografico di successo riscopre inaspettatamente se stessa in un viaggio in una vecchia Peugeot, una decappottabile blu come la riviera francese, da Cannes a Parigi con un socio in affari di suo marito.



Parigi può attendere ricorda Due per la strada, road movie di Stanley Donen che fa percorre la costa e la campagna francese ad Albert Finney e Audrey Hepburn.



Tra soste e picnic, formaggi e crème brûlée, ammiccamenti e grandi sorrisi, Anne e Jacques rimandano la destinazione e trovano soddisfazione nelle soste. Eleonor Coppola infonde il film di suggestioni autobiografiche giocando con le ridondanze enogastronomiche e i cliché di due culture senza spingere mai sull'acceleratore. Americana all'estero, Diane Lane 'fotografa' e assaggia tutto.



Consumato tombeur nostrano, Arnaud Viard è una finestra aperta sulla Francia, un eroe picaresco lanciato contro il gigantismo parigino e il compiacimento narcisistico della ville lumière, rimandata a favore di villaggi e sobborghi in cui nasce il made in France.



Insomma per la signora Coppola Parigi è la meta di un viaggio in cui a contare davvero sono le stazioni.



Proprio come in una relazione coniugale o extra-coniugale. Commedia irriducibilmente americana, per la resistenza di una prospettiva di felicità, Parigi può attendere ha i tempi dei suoi protagonisti e di un auto vintage lanciata sulla strada e pronta a varcare la frontiera, ambigua linea di arrivo e di ripartenza di una donna.



Una donna che alla maniera del film si spende nel disincanto verso la dolce inconsistenza del suo passato e dentro un film itinerante dove avventura e riscoperta di sé coincidono col viaggio.



Questo è un woman's film con immancabili rovesci esistenziali, mariti assenti, figli perduti, figlie ingrate (la figliola preferisce festeggiare il diciottesimo compleanno con gli amici).



Lo sguardo di Diane Lane, che attraversa l'assolata provincia francese, è secco, senza l'ombra di struggimenti, pronto semmai all'affondo in un fondant au chocolat o in un panier de fromages.



Finalmente Eleanor Coppola attraverso Diane Lane lascia Alec Baldwin, coniuge autoreferenziale, fuori campo, Arnaud Viard, vecchio cuore impenitente, fuori dal letto,



Anne è un personaggio femminile concreto e sfumato che si risolve intorno al sorriso radioso della sua interprete mentre guarda in macchina e addenta un cioccolatino con una consapevolezza senza filtri di se stessa, del proprio essere nel mondo e dei propri desideri.



Parigi può attendere è 10° in classifica al Box Office.

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