Pubblica Amministrazione - Modelli innovativi per la crescita delle carriere femminili in Emilia Romagna
Daniela Ricci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2006
Arriva dalla Regione Emilia-Romagna, prima in Italia nel pubblico, la proposta di modelli organizzativi pensati per facilitare lo sviluppo di carriera e la partecipazione ai livelli di responsabilità delle donne dipendenti in Regione. La proposta, riassunta in un libro, si colloca a conclusione di un progetto che rientra negli interventi della legge 125/91 sulle azioni positive per la parità uomo-donna nel lavoro, promosso dall’Associazione Progetto Donna, Centro Studi per la Ricerca e Sviluppo delle Pari Opportunità in collaborazione con Regione Emilia-Romagna, Comitato Pari Opportunità, Rappresentanze Sindacali Unitarie e RSU (CGIL – CISL – UIL, EnAIP) regionali, i cui risultati sono stati resi noti lo scorso 11 ottobre a Bologna in un convegno. Nel 2004, anno in cui ha preso avvio il progetto, su 1727 donne occupate in Regione, si contavano 674 donne nei ruoli direttivi e solo 92 donne in quelli dirigenti. Attraverso incontri con le dipendenti, sono state identificate sia le cause che hanno frenato gli sviluppi di carriera, sia le criticità e le discriminazioni a causa del genere celate nelle connessioni tra organizzazione del lavoro, competenze, modalità di transizione e attribuzione di incarichi decisionali. Sei processi organizzativi - raccolta dati disaggregati per genere, formazione, sviluppo professionale e carriera, cultura e prassi del top management, valutazione, conciliazione – sono stati analizzati secondo l’ottica di genere, in base alle criticità evidenziate. Da qui sono emersi i punti su cui far leva per prevenire le discriminazioni. “L’introduzione di un’ottica di genere nella gestione aziendale porta al superamento del modello organizzativo tradizionale - spiega Maria Mantini Satta, responsabile del progetto – che non prevede procedure e processi gender sensitive, ma affida l’iniziativa unicamente alla sensibilità della persona”.
(13 novembre 2006)
Lascia un Commento