Stop disuguaglianze - Corso di genere come formazione di base. L'impegno di Roma Tre per le donne
Salerno Ginevra Lunedi, 12/04/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2010
Tra le discriminazioni più striscianti che le donne subiscono all’interno dei luoghi di trasmissione del sapere, ed in particolare nelle università, la più subdola e forse la più pericolosa è quella culturale. Tranne poche eccezioni la popolazione studentesca è esposta ad una presentazione dei saperi apparentemente neutrale rispetto al genere, ma in cui in realtà lo specifico contributo femminile viene oscurato in quanto ritenuto minore o del tutto assente, e si tralascia di motivare, alla luce della storia di quel sapere e della storia delle donne, le ragioni di questa mancanza. Di conseguenza, un esercito di donne, ormai il 52% della popolazione studentesca universitaria, si ritrova senza un passato a cui ancorarsi per gettare le basi del proprio futuro culturale e professionale. Al contempo, la popolazione studentesca maschile perde l’occasione di confrontarsi culturalmente con la più antica delle differenze, e quindi di iniziare un percorso educativo nei riguardi delle differenze tutte - di razza, di religione, di orientamento sessuale ecc. - che scuotono il mondo attuale, perdendo inoltre la possibilità di percepire quanto parziale sia il sapere cui è esposto.
Queste le motivazioni che hanno mosso il Comitato delle Pari Opportunità dell’Università Roma Tre a proporre come progetto d’Ateneo “Genere, Costituzione e Professioni”, corso di formazione di base alle Pari Opportunità di genere. Il corso propone un’analisi delle differenze e delle disuguaglianze tra uomini e donne, per far comprendere il senso di strumenti normativi, di strumenti di controllo e di buone prassi, finalizzate al riequilibrio tra i generi di opportunità e poteri. Il corso è trasmesso on-line sulla WebTV di genere DonnaTV (www.donnaTv.it) .
Ciò che rende questo corso del tutto innovativo all’interno del panorama della formazione di genere nelle università italiane è anzitutto la sua trasversalità, ossia la possibilità che sia seguito da uno studente iscritto ad una qualsiasi Facoltà dell’Ateneo. Ed infatti, le iscrizioni sono arrivate da tutte le sette Facoltà dell’Ateneo, ossia Lettere e Filosofia, Scienze della Formazione, Scienze Politiche, ma anche da Giurisprudenza, Architettura, Ingegneria e Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. La trasversalità è ovviamente legata sia al suo carattere di corso di formazione di base - ossia dedicato alla popolazione studentesca del primo livello della formazione universitaria - sia alla sua multidisciplinarietà - ossia all’impossibilità di essere attribuito ad un definito raggruppamento disciplinare.
Entrando in profondità nei contenuti del corso, si parte dall’analizzare il pensiero femminista, per evidenziare come la riflessione delle filosofe abbia dato luogo ad una produzione ricca e consolidata, di grande forza ed originalità; pari attenzione viene prestata al primo femminismo emancipazionista ed al pensiero della differenza sessuale. Si passa poi ad analizzare il rapporto controverso tra le donne, la politica e le istituzioni, mostrando come un’effettiva uguaglianza tra i generi sia ancora lungi dall’essere realizzata. Quindi, viene dato spazio alla pedagogia di genere, con l’intento di mostrare come le discriminazioni tra i generi partano dall’educazione. Segue una parentesi dedicata alla conquista dell’autorialità femminile nel mondo delle arti, contrapposta dialetticamente alla strumentalizzazione del corpo femminile nudo e muto. Si affrontano poi le Pari Opportunità nel Diritto, mostrando un percorso che va dal diritto neutro, dimostrato non suscettibile di regolare i rapporti fra i sessi, al diritto di genere, fonte di garanzia per le donne. Ampio spazio è dedicato ai temi dell’economia, del lavoro e del welfare, temi urgenti su cui il mondo intero, con l’Italia in prima fila, sta dimostrando una grande fragilità sistemica, di cui i più deboli - e le donne sono più deboli economicamente - pagano il prezzo. Il valore economico dell’attività di cura, il Bilancio di Genere, le politiche di Flessicurezza, il Diversity Management sono i principali argomenti trattati. Poi si analizza il rapporto, fatto di luci ed ombre, tra le donne, la scienza e la tecnica. Viene infine valorizzato il mondo della biologia delle differenze, spaziando dalla genetica alla medicina di genere.
Contenuti profondamente multidisciplinari, che hanno avuto bisogno di un grande sforzo di integrazione e di un impressionante lavoro organizzativo da parte del CPO. Ma l’iniziativa ha avuto successo: centinaia di iscritti/e, con una significativa presenza maschile. E se questi numeri hanno creato qualche problema logistico, ci hanno fornito tuttavia una misura della domanda culturale nella popolazione studentesca sulle tematiche di genere.
Ginevra Salerno è docente e membro del Comitato Pari Opportunità di Roma Tre (salerno@uniroma3.it)
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