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Pari cittadinanza

Pari cittadinanza

Unione europea - La carta europea per l’uguaglianza e le parità delle donne e degli uomini nella vita locale: numerose le adesioni

Rosa M. Amorevole Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2007

Gli enti locali e regionali, che sono gli ambiti di governo più vicini ai cittadini, rappresentano i livelli di intervento più idonei per combattere il persistere e il riprodursi delle disparità e per promuovere una società veramente equa. Essi possono, nelle loro sfere di competenza ed in cooperazione con l'insieme degli attori locali, intraprendere azioni concrete a favore della parità.
E’ questo il punto di partenza della Carta europea per l’uguaglianza e le parità delle donne e degli uomini nella vita locale, un documento che invita gli enti territoriali a utilizzare i loro poteri e i le loro relazioni a favore di una maggiore uguaglianza tra i generi.
Elaborata dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa, è stata sottoscritta ad Insbruck nel maggio del 2006. Oggi, in Italia, molti Comuni, Province e Regioni hanno aderito deliberando in sede consigliare la sua adozione.
Nella Carta, la rappresentanza di genere viene assunta in qualità di elemento unificante ed essenziale, in un contesto in cui la "questione" della cittadinanza femminile non è meramente quantitativa o formale, bensì sostanziale per la qualità del profilo progettuale di una società.
La sua elaborazione ha seguito il concetto della sussidiarietà , dal momento che i suoi principi si applicano a tutti i livelli governativi, partendo dall'Unione europea per arrivare agli Enti locali. E sono proprio questi ultimi ad avere la responsabilità ed il dovere di esercitare un'influenza positiva sui cittadini, indirizzando i propri sforzi verso una piena ed effettiva applicazione delle norme e dei principi contenuti nella Carta. Detta precisi principi da seguire per il superamento degli stereotipi sessuali, nonché la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle decisioni in ogni campo di azione dell'Ente Locale, partendo proprio dalla politica. Sono proprio i firmatari della Carta a riconoscere per primi "'uguaglianza e la parità nei diritti tra donna e uomo a partecipare alla vita politica, ad assumere un mandato pubblico e ad svolgere tutte le funzioni pubbliche ad ogni livello".
Non solo dunque si promuove la parità di genere, come del resto in molte altre norme, ma si delineano le direttive specifiche che ogni ente locale deve seguire per mettere in pratica effettivamente la parità fra uomo e donna.
L'attuazione e la promozione del diritto alla parità deve essere al centro del concetto dell'autonomia locale. La democrazia locale e regionale deve permettere che siano effettuate le scelte più appropriate per quanto riguarda gli aspetti più concreti della vita quotidiana quali la casa, la sicurezza, i trasporti pubblici, il mondo del lavoro o la sanità.
Inoltre, il pieno coinvolgimento delle donne nello sviluppo e nell'attuazione di politiche locali e regionali permetterà di prendere in considerazione la loro esperienza vissuta, il loro modo di fare e la loro creatività.

Nell’aderire alla Carta, l’Ente locale assume un impegno pubblico per la parità: dopo un ampio dibattito e ratifica la carta attraverso l’istituzione rappresentativa di livello più alto, si impegna a mettere in pratica quanto sottoscritto, adotta una buona condotta in materia di parità tra i sessi, utilizza il proprio mandato democratico per indurre altre istituzioni pubbliche e politiche, nonché le organizzazioni private e quelle della società civile a prendere misure che mettano in pratica il diritto alla parità tra donne e uomini.
Chi avrà la pazienza di leggere il documento, potrà ritrovare al suo interno molte delle tematiche portate avanti dagli organismi di parità, dalle consigliere di parità e dall’associazionismo femminile: Piani di Azioni Positive, bilanci e statistiche di genere, responsabilità sociale, rappresentanza, solo per citarne alcune. Sarà ora nostra cura accompagnare questo importante impegno non solo nell’opera di diffusione e promozione, bensì anche nelle azioni di sostegno al processo e monitoraggio dei risultati.
(15 maggio 2007)

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