"...Bisognerà che Francesco espliciti la sua visione di Chiesa, in una fase decisiva per la continuità del Cristianesimo..."
Giovedi, 04/07/2013 - Nessuno si aspettava uno dalla fine del mondo che, per giunta, era gesuita e si sarebbe chiamato Francesco. I più cinici pensavano che il coup de theatre del nome (di fatto suggerito dal card. Hummes) sarebbe valso anche per Scola; ma a Bergoglio non bastava. Fin da principio si dichiara vescovo di Roma, ignora il Vaticano, abita all'hotel Santa Marta (quello dei cinque piani contestati da Italia nostra). La prima dichiarazione "ex fenestra" sconcerta il mondo: "buona sera". Niente più logos, niente apparati: travolgente successo popolare, atei compresi e sintonia totale con il bisogno di fiducia di un'umanità in crisi. Lo spirito soffia con il tempo che trova e addirittura "twitta". I media banalizzano: "Giovani, non abbiate paura di sognare", "Un cristiano se non è rivoluzionario non è cristiano" e perfino "Essere pastori, non pettinatori di pecore" sicuramente copiato da Bersani.
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