Recensione a Paola Cordeschi, Entro nel dipinto, Pagine, Roma, 2022
Entro nel dipinto, nuova appassionante opera di Paola Cordeschi, davvero ricca di stimoli, è una raccolta di versi, volti a dire con libertà le emozioni che l’arte accende e libera come turbamento e passione per la vita. Le poesie spaziano con leggerezza e ironia, e insieme s’illuminano con riflessioni di una forte energia emotiva, tra i più svariati capolavori dell’arte: dall’antichità al mondo d’oggi, ordinati non certo in chiave storica o di genere, ma in base alle aritmie dello sguardo interiore. C’è dunque una arcana e segreta vis poetica che apre importanti chiavi di sé…
Molte poesie, infatti, offrono esempi di identificazione in modelli culturali da rivedere e da riaggiornare, specie per l’immagine della donna.
A proposito di un quadro di Waterhouse, noto artista preraffaelita, dedicato al mito di Eco e Narciso, la Cordeschi, liquida a pochi cenni l’aspetto artistico, e invece modernamente si concentra, con fervore poetico, sul lato psico-sociologico, quale emerge dal tema del dipinto.
Si ripete uno schema/ che attraversa i tempi: la donna che si dona/ totalmente ad un uomo // così insicuro e fragile che ha/ bisogno di continuo consenso. // Sul volto di Eco è dipinta/ più che il dolore dell’incompresa/ passione, la meraviglia di tanta/ indifferente incolmabile distanza, / questa incapacità di amare. // Dico a mia figlia: “Ama forte/ senza alcuna paura, ma non/ essere mai solo l’eco di un uomo.”
Al di là di qualsiasi museo dello sguardo storicamente delineato, Paola Cordeschi, infatti non è, né vuole essere una storica dell’arte o una studiosa; ma vuole vivere e dirci gioiosamente la fascinazione, che le danno opere diverse, tutte però significative, nella sua biografia di donna sempre piena di presente e d’amore, che si lascia rapire da schegge inquietanti di capolavori.
La silloge dedica poesie ad opere diversissime: da Il Bacio di Brancusi, che apre la raccolta, a la Resurrezione di Piero della Francesca, di cui si coglie che Risorgere è una lotta feroce e solitaria. Ma ecco alcuni estrosi versi in rispecchiamento con Picasso, il cui Gatto è assetato di sangue. Fremente, nelle membra un erotismo di crudeltà.
Paola Cordeschi passa con disinvoltura antiaccademica dal Giotto degli Scrovegni, a Paul Klee, cui dedica versi profondi di agnizione dell’infanzia.
Questo patchwork elementare/ rivela mille possibili stati di pensiero, / come il caleidoscopio in cui// aguzzavo gli occhi da bambina.
Dedica poi una poesia all’espressionista Marianne von Werefkin, di cui rileva ambiguità dei sensi con un’aggettivazione conturbante nel sentire il Ritratto di Alexander Sacharoff. Passa da Leonardo a Turner, ma pure considera alcuni artisti contemporanei, come Nina Maroccolo, di cui evidenzia la forza della rivoluzione simbolica ed onirica degli eucalipti, col suo mondo verde e pulsante; e Z.Z. Wei, teso a ritrovare tracce di sé e esempi di coraggio e passione per la vita al cospetto dei colori che parlano al cuore.
Arte e poesia si fanno quindi specchio e la scrittura diviene libera chiave dell’inconscio, volta a dire il coraggio e il vitalismo in cui ognuno può riconoscersi, ma soprattutto una donna può ritrovare ombre e luci di sé, grazie all’irruenza sentimentale della poetessa, che appunto entra nel dipinto, e mai lo contempla astrattamente, come mera, statica opera d’arte.
In conclusione riportiamo questi versi esemplari, dedicati ad un’opera di Artemisia Gentileschi, di cui enfatizza sin nel titolo, “il coraggio” di questa artista, paladina fiera e veemente d’autocoscienza femminile.
Giuditta, Lucrezia, Susanna, / nella tua arte hai vomitato/ dolore e vendetta come un/ esorcismo per liberare il cuore. // Coraggiosa Artemisia/ come sono coraggiose/ le donne che risorgono / dalle loro macerie!// Gli uomini non lo sanno: / non esistono donne fragili,/ anche la più indifesa ha un / immenso coraggio.
In questi versi si coglie proprio quella strada che dice come, con quali scopi, Paola entri nei dipinti di cui parla. E sono sempre dichiarazioni di poetica. Paola Cordeschi non è una storica o un’esperta d’arte in senso accademico: lo dichiara lei stessa a chiare lettere nella nota che intitola “Emozioni artistiche molto personali”, di cui riportiamo questo stralcio:
Ho scritto queste poesie come si scrivono poesie d’amore o di rapimento davanti agli spettacoli della natura, come una persona che, senza specifiche competenze, si pone di fronte ad un’opera d’arte con gli occhi ed il cuore, trovando e riscoprendo una parte di sé stessa.
Plinio Perilli, critico e poeta da sempre sinestetico, nella sua introduzione evidenzia con abile sensibilità psicologica ed artistica, le varie tappe culturali e i più estrosi cromatismi psicologici, che danno vigore ai versi più autentici, in virtù dell’essere antiaccademici, pulsanti di vita dell’autrice.
Maria Letizia Casanova, storica dell’arte e già direttrice, a Roma, del Museo di Palazzo Venezia, nella Presentazione, lumeggiando il dato artistico di alcuni capolavori scelti da Paola, sottolinea la forza di un dialogo d’amore allargato, e la sua conseguente capacità di creare un originalissimo “dizionario di stati d’animo”.
(Paola Cordeschi, Entro nel dipinto, Pagine, Roma, 2022, pp. 86, Euro 19,00.
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