Paolo Caccia Dominioni. Un artista sul fronte dell’Isonzo. La guerra in diretta
Mostra Paolo Caccia Dominioni. un artista sul fronte di guerra: inaugurata la terza tappa del progetto all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles alla presenza dell’ambasciatore d’Italia nella capitale belga. Tre le sedi espositive.
Mostra Paolo Caccia Dominioni. un artista sul fronte di guerra: inaugurata la terza tappa del progetto all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles alla presenza dell’ambasciatore d’Italia nella capitale belga. Tre le sedi espositive.
Dopo il grande successo ottenuto in prestigiose sedi istituzionali a Gorizia, Trieste e in Friuli Venezia Giulia, la mostra “Paolo Caccia Dominioni. Un artista sul fronte di guerra”, ideata e curata dall’arch. Marianna Accerboni, si è inaugurata all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, alla presenza dell’ambasciatore d’Italia nella capitale belga Vincenzo Grassi, del direttore dell’IIC Paolo Grossi, del presidente del Circolo di Bruxelles dell’Associazione Giuliani nel Mondo Flavio Tossi e di un folto pubblico. Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente onorario dell’AGM Ruggero Melan, il direttore alla Commissione Europea Leopoldo Rubinacci, vari membri della Commissione stessa e del corpo diplomatico internazionale e la nipote di Paolo Caccia Dominioni, Leopoldina, con altri famigliari. In mostra fino al 16 novembre un focus su L’uomo, le architetture, il segno, la scrittura attraverso una selezione di dipinti, disegni, documenti, progetti, libri, testimonianze e oggetti rari del grande architetto. Molti applausi anche per il concerto “Musica su due fronti” che, interpretato dal soprano Veronica Vascotto e dalla pianista Cristina Santin, ha preceduto il vernissage, proponendo brani ispirati alla 1° Guerra mondiale di autori di varie nazionalità.
L’itinerario espositivo proseguirà dal 19 novembre al 23 dicembre all’Ufficio di collegamento della Regione FVG di Bruxelles con un focus dedicato alla Grande Guerra, intitolato cc e composto da una ventina di splendide tempere disegnate nel 1917 in diretta dalle trincee dal grande architetto-artista-scrittore e soldato, che le aveva donate ai Musei Provinciali di Gorizia, da cui provengono. Il vernissage sarà preceduto da una Tavola rotonda (prof. Marco Mondini, Università di Padova, prof. Emmanuel Debruyne, Université Catholique de Louvain) volta a mettere in parallelo il fronte dell’Isonzo e quello belga (Yser, Ypres), che rappresenta uno dei fili conduttori della rassegna.
Inoltre, per sottolineare il rapporto tra l’immaginario bellico di un secolo fa, impersonato da Caccia Dominioni, e quello contemporaneo e poiché la rassegna è particolarmente dedicata ai giovani, sia come fruitori che come attori, un’altra mostra, intitolata Cent’anni dopo, proporrà dal 3 al 17 dicembre 2015 a Bruxelles alla Maison de la Jeunesse di Woluwe-St. Lambert opere di giovani artisti triestini, del Friuli Venezia Giulia, austriaci e sloveni sul tema della Grande Guerra, suscitando e sollecitando, mediante tale confronto artistico, anche una riflessione etica e sociale su un tema così doloroso.
Nel 2016, sempre nell’ambito della mostra su Caccia Dominioni, la Biblioteca Statale Isontina di Gorizia e una prestigiosa sede istituzionale di Trieste ospiteranno un’esposizione di opere di giovani artisti belgi dedicata al tema del 1° conflitto mondiale.
L’auspicio del progetto è che, dal confronto intellettuale, artistico e culturale tra le giovani generazioni di vari paesi europei, contrapposti cent’anni fa nella Grande Guerra sul fronte delle Fiandre e dell’Yser e su quello dell’Isonzo, possa consolidarsi, attraverso l’arte, una coesione e una corrispondenza di sentimenti e d’intenti, volte consapevolmente alla pace, all’amicizia e all’interscambio tra i popoli.
Il progetto espositivo riscopre e svela il poliedrico e straordinario percorso creativo e di vita di Paolo Caccia Dominioni (Nerviano, Milano 1896 - Roma 1992), passato in particolare alla storia per le sue affascinanti cronache dal fronte del 1° e 2° conflitto mondiale e di altre guerre, condotte sul filo della pittura e della scrittura, e per aver progettato e realizzato per il governo italiano il Sacrario di El Alamein (Africa settentrionale), dove riposano le spoglie di oltre 5200 soldati, riesumate dal deserto egiziano, a rischio della vita, dallo stesso Dominioni e dai suoi, per cui l’architetto fu insignito della medaglia d’oro alla memoria dal presidente Ciampi.
La rassegna, è organizzata dall’Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste e di Bruxelles in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura della capitale belga e
con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e rientra nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale.
La mostra è patrocinata, tra gli altri, dal Comune di Trieste con il sostegno e la collaborazione dei Musei Provinciali di Gorizia, il contributo di, Fondazione CRTrieste, Associazione Sentieri di Pace, Gruppo Sanitario Regionale FVG Health Care Group, Soroptimist Club di Trieste, Azienda Zidarich (Duino Aurisina, Trieste).
APPROFONDIMENTO
L’itinerario espositivo
La mostra propone un itinerario espositivo che, dopo Gorizia e Trieste, città italiane simbolo della Grande Guerra, si snoda a Bruxelles, attraverso le architetture, il segno e la scrittura realizzati in tutto il mondo dall’architetto Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo (Nerviano, Milano 1896 - Roma 1992) nel corso della sua intera vita, tracciando un inedito ritratto della sua poliedrica personalità di architetto-artista dal talento eccezionale, sensibile e misurato, teso alla modernità e capace di raccontare e interpretare in diretta la guerra e la vita attraverso l’arte visiva e la scrittura. Emerge dai materiali esposti in mostra e dal video, realizzato ad hoc con otto interviste inedite a chi lo conobbe, il ritratto di uomo coraggioso, indifferente ai beni materiali, preciso, amabile e ironico, che ha lasciato, dopo la sua scomparsa avvenuta all’Ospedale militare Celio di Roma, un segno indimenticato.
Una selezione di dipinti, disegni, progetti, documenti, libri, testimonianze e oggetti rari caratterizzano il percorso espositivo, analizzando la sua intensa attività creativa, svolta dalla giovane età fino al lungo periodo goriziano: dalla fine degli anni ’50 alla seconda metà degli anni ’80, Dominioni visse a Gabria (Gorizia) nella stessa casa (di cui acquistò l’ultimo piano), trasformata nel 1° conflitto mondiale in infermeria, dove, ferito, era stato allora soccorso. Nel Goriziano e nella Regione Friuli Venezia Giulia, così come in Puglia, in Turchia e in tutta Europa, in Egitto, in Libia e in altre parti dell’Africa, in Asia e in Australia, operò per committenti di prestigio, intrattenendo rapporti significativi con importanti famiglie e realtà istituzionali. In tal senso, la sede di Bruxelles è coerente con la sua personalità di livello e dalle frequentazioni internazionali.
La guerra e la vita attraverso l’arte e la scrittura
Figlio del suo tempo, l’architetto pittore partecipò alle principali guerre europee del secolo, combattendo fino al ’45 con spregio del pericolo ma senza mai ombra di fanatismo ed evitando, ove possibile, in controtendenza con le consuetudini dell’epoca, spargimenti di sangue e perdite umane tra i suoi soldati.
Nell’anniversario della 1° guerra mondiale, che lo vide presente sul Carso goriziano dal 1917 al ‘18, la mostra appare quanto mai opportuna nell’approfondire questa straordinaria e modernissima figura di artista e d’intellettuale, che, da cronista imparziale e con affascinante, inconfutabile talento, ha saputo raccontare e interpretare la storia attraverso l’arte visiva e la scrittura.
Architetto e ingegnere dal tratto colto ed essenziale e dalla cifra sobriamente e squisitamente originale, pittore, disegnatore e illustratore formidabile per la rapidità e l’eccezionalità del segno (fu considerato un grande maestro da Hugo Pratt, uno dei più grandi disegnatori al mondo) nonchè scrittore efficace e coinvolgente nella sua essenzialità (Premio Bancarella), Caccia Dominioni ci consegna in questa mostra la sua equilibrata ma appassionata visione del secolo breve, che visse con intensità, coraggio e distacco. Un secolo declinato attraverso migliaia e migliaia tra disegni, progetti architettonici, bozzetti, dipinti e scritti, molti dei quali realizzati sul fronte del Carso durante la Grande Guerra o subito dopo in Libia, poi nella campagna d’Etiopia del 1935 - ’36, in Africa settentrionale nel corso del 2° conflitto mondiale e durante la Resistenza.
D’altro canto tutta la sua vita fu testimoniata in ambito civile e militare da splendidi disegni, dipinti e sketch, che rappresentano forse l’aspetto meno noto della sua poliedrica creatività e che la rassegna tende a riscoprire ed evidenziare, esponendo anche lavori finora mai pubblicati.
Il rapporto tra il fronte dell’Isonzo e dell’Yser
Ideato, soprattutto pensando ai giovani, il progetto espositivo di Marianna Accerboni si pone quindi - proprio attraverso l’analisi di un personaggio cosmopolita e perciò simbolico quale Dominioni, combattente nella Grande Guerra sul fronte dell’Isonzo - quale momento di riflessione sul rapporto tra quest’ultimo e il fronte dell’Yser, non molto noto ai più sia in Italia che all’estero.
Per creare un ponte di conoscenza tra queste due realtà storicamente biunivoche ho chiesto ad Alessandro Gualtieri - grande esperto internazionale della Grande Guerra e autore, tra gli altri, dei libri La battaglia de la Somme, Verdun 1916, Le battaglie di Ypres (unico volume di autore italiano presente al In Flanders Fields Museum di Ypres), sviluppati su una trattazione tematico-storica del stesso Fronte Occidentale tristemente celebrato da Erich Maria Remarque - di collaborare al progetto, intervenendo in diversi incontri sul tema del rapporto fra i due fronti in seno alla mostra: in uno di questi è stata per esempio messa a confronto l’arte di Dominioni, dipinta in diretta dal fronte, con quella dei suoi coetanei inglesi e francesi, che negli stessi anni combattevano nelle Fiandre e dipingevano al fronte con incredibili allitterazioni anche stilistiche.
Inoltre, in occasione della rassegna, il compositore Silvio Donati ha scritto una serie di brani, che hanno inaugurato con un concerto le mostre italiane, rappresentando una sorta di colonna musicale del progetto, che fa da sottofondo anche all’installazione multimediale di luce, parole e musica, ispirata al fronte italiano dell’Isonzo e presente sia nell’allestimento della mostra di Trieste che di Bruxelles. Il suo fine è di divulgare la conoscenza del Sacrario e della Stazione di Redipuglia (Gorizia), da poco trasformata in Museo multimediale della 1° guerra mondiale, quali luoghi della memoria della Grande Guerra, e di informare sull’attività culturale e turistica, sulle escursioni e rievocazioni storiche e di costume in tema, curate dall’Associazione Sentieri di Pace - Pro Loco Fogliano Redipuglia.
Con cortese preghiera di pubblicazione/ diffusione
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