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Paola Sanna: no al doping, meglio allenare corpo e mente

Paola Sanna: no al doping, meglio allenare corpo e mente

Beijing 2008 / 6 - ‘Ci sono due motivi per cui sento di dover parlare di doping praticamente tutte le volte che posso...'

Valeria De Simone Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2008

Dopo la notizia del 21 maggio del rischio di esclusione dalle prossime Olimpiadi della squadra spagnola femminile di hockey, di cui due giocatrici sono risultate positive a un test antidoping, è rasserenante sentire dichiarare da un’atleta come Paola Sanna, reduce da un secondo posto ai Campionati italiani di ultramaratona, che ‘per questi risultati non serve il doping: serve solo allenare il corpo e la mente’. Ha corso ‘per otto ore e mezzo con un mal di pancia’ che l’ha fatta ‘stare malissimo’, eppure ha vinto l’argento e si è posizionata diciannovesima tra uomini e donne.

Alla domanda ‘Cosa l’ha spinta a combattere il doping?’l ‘ultramaratoneta risponde : ‘Ci sono due motivi per cui sento di dover parlare di doping praticamente tutte le volte che posso: prima di tutto perché amo il mio sport, l’ultramaratona, e so che quando dico che corro 100 chilometri, in un mondo ormai portato a credere che tutto si debba raggiungere con una scappatoia, il sospetto del doping è molto frequente. La seconda è che la mia vita è costellata di grandissimi sacrifici, perché essendo infermiera nel reparto dell’Unità Coronarica degli Ospedali Riuniti di Bergamo, devo fare appello a tutta la mia volontà per fare i miei allenamenti quotidiani.’ Poi aggiunge : ‘Il doping non è solo imbrogliare gli altri, è anche giocare ad una pericolosa roulette russa.’ Paola Sanna si riferisce soprattutto ai gravi problemi di salute che l’uso di sostanze dopanti provoca sia a donne sia a uomini oltre che alle conseguenze disciplinari.





ALLA FACCIA DELLA PARITA’

Per il Campionato Italiano della CENTO CHILOMETRI svoltasi il 31 maggio 2008, il montepremi dei primi due classificati era: 2.000 euro al primo uomo, 1.000 euro alla prima donna. Ma tutti e tutte correvano 100 chilometri!



DOPING

La legge 376/2000 stabilisce il controllo delle sostanze dopanti su tutti coloro che praticano attività sportiva agonistica standardizzando la procedura con un CUT OFF ovvero il limite al di sotto del quale il campione biologico (sangue o urina) risulta negativo. Le metodiche standardizzate devono essere uguali per tutti. Per la popolazione bianca il limite di CUT OFF è inferiore rispetto alla nera in quanto la sostanza dopante ha tendenza ad accumularsi nella melanina.



GONADOTROPINA CORIONICA UMANA

La gonadotropina corionica (HCG) è una sostanza prodotta dalla placenta nella donna in gravidanza. È impiegata in medicina per favorire l’ovulazione nelle donne con problemi di fertilità e per trattare l’ipogonadismo maschile. Nello sport viene sfruttato l’effetto anabolizzante. La sua assunzione determinerebbe un aumento della produzione di steroidi androgenici. Gli effetti collaterali comprendono: trombosi, aumento delle dimensioni delle mammelle e dei testicoli, interruzione della crescita.

In base al regolamento antidoping, che non prevede distinzioni tra uomini e donne, l’uso HCG da parte di atlete è da considerarsi doping. Tuttavia nel caso di atlete di sesso femminile va considerata l’eventualità di uno stato di gravidanza durante il quale si rilevano nell’urina elevate concentrazioni di HCG di natura fisiologica (l'aumento di concentrazione di HCG è appunto utilizzato come indice nei test di gravidanza). In questo caso non può più essere provata la somministrazione esogena di HCG.



(5 agosto 2008)

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