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Paola: pensieri e parole in libertà / L'estate di stupri e aguzzini

Paola: pensieri e parole in libertà / L'estate di stupri e aguzzini

Riflettere su tre specie di uomini aguzzini: quelli che non conoscono le donne che violentano e quelli che le stesse donne avevano scelto come compagni. E poi i maschi di famiglia, come un fratello che....

Lunedi, 04/09/2017 - 3) Paola: pensieri e parole in libertà/ L'estate di stupri e aguzzini



Inizio di settembre, sensazione che l’autunno sia in cammino, anche, per l’arrivo delle desiderate piogge e dell’indesiderato traffico. E io ricomincio con le mie “Parole in Liberta' riprendendo la mini-rubrica di commenti e riflessioni in libertà, appunto, su fatti che rimbalzano nell’informazione o anche che incontro nel mio quotidiano e mi appaiono d’interesse generale.

E così avendo alle spalle almeno metà luglio e tutto agosto, ritengo inevitabile una sintesi di un dramma che ha visto troppi nuovi episodi. Il riferimento dovuto è alla reiterata violazione di corpi femminili, di donne ferite dallo stupro fino all’uccisione, con la notazione di una caratteristica che non avevo mai schematizzato con tanta chiarezza per l’orrore della molteplicità degli episodi accaduti: uomini, sconosciuti migranti o nostrani, e che cercano o incrociano donne sconosciute, sole o in compagnia, che stuprano e, per lo più poi abbandonano come stracci da buttare, astenendosi dall’ucciderle se la ribellione delle vittime non li colpisce in modo per loro insopportabile.

Fatti che in questa estate hanno trovato il loro apice negli episodi di Rimini e Pesaro che, pare sono venuti a soluzione grazie al coraggio e lucidità di una trans peruviana che ha riconosciuto gli aggressori dopo essere stata stuprata a sua volta.  Al secondo posto - che è poi spesso il primo - uomini scelti da donne per amore, perche divenissero i loro compagni o mariti.

Donne che vengono uccise con arnesi normali usate come armi (martelli), dopo avere presumibilmente visto il volto orribile dei loro assassini, divenuti degli sconosciuti, e dopo avere subito inenarrabili violenze da quelle stesse mani che un tempo hanno alergito amore e piacere.

Vi sono poi quelli della terza categoria: gli uomini di famiglia. Quella famiglia che nel vocabolario degli affetti rappresentano i padri, i fratelli, i figli. Gli uomini che nell’immaginario dovrebbero difendere e proteggere. Quelli immaginati col nostro stesso dna che forse, quando si scatenano, sono persino i peggiori perché nell’uccidere pensano che quelle donne gli appartengano per diritto divino e devono essere e fare (o non fare) come loro vogliono o decidono. Ed allora l’episodio, a ROMA, della sorella strozzata, fatta a pezzi e gettata nel cassonetto sembra rappresentare l’apice della montagna degli orrori e dell’inaccettabile. 

Ci sono molti altri episodi che vorrei citare, ma per oggi mi fermo qui ..aggiungendo solo un pensiero solidale per la donna rom  che ha trovato i “resti“ della sorella. Lei che cercava oggetti da recuperare per vendere e ha recuperato l’indizio di morte di un'altra donna il cui ricordo spaventoso sicuramente non l’abbandonerà mai. Ed ecco un pensiero in libertà che condivido con chi magari avrebbe la capacità di dare una risposta.

Se sapessi disegnare mi piacerebbe tentare di tratteggiare, per non dimenticare e riflettere, i volti delle donne, le loro espressioni di terrore, ma soprattutto lo sgomento e lo stupore di chi guarda i propri assassinii divenuti esseri mostruosi dopo essere stati volti amati e mondo di riferimento dei propri affetti.

Il bisogno di capire e agire contro tutto questo continua!

Paola Ortensi

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