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Palma Bucarelli: una vita tradotta in arte

Palma Bucarelli: una vita tradotta in arte

La prima donna direttrice di un museo pubblico italiano, ribattezzata la Guggenheim di Roma

Giovedi, 09/02/2012 - Bellissima,elegante,autoironica e soprattutto una vera “regina” dell’arte. Un gusto, il suo, indistinguibile. Palma Bucarelli aveva solo ventitrè anni quando diventa ispettrice prima, e sovrintendente poi, della Galleria d’Arte Moderna di Roma. Ne prende le redini dal ’44 al ’75, lasciando impronta del suo fare artisitico, con mostre più che importanti, come quella di Picasso nel 1953, di Mondrian nel 1956 e di Pollock nel 1958. Durante il periodo bellico da prova del suo carattere forte e determinato, trasferendo le collezioni della Galleria presso il più sicuro Palazzo Farnese di Caprarola, seguito da un altro, poco dopo verso Castel Sant’Angelo, sempre per assicurarne la salvezza di quell’arte che tanto amò. Mostrò sempre una certa apertura mentale verso modi e gesti d’arte non ancora pienamente riconosciuti e apprezzati dalla critica e ai quali si dedicò molto. Vere e proprie “follie d’amore” per l’astrattismo, l’informale, il nouveau réalisme, l’arte cinetica e programmata. Per il "Grande Sacco" di Burri scatenò nel '59 un'interrogazione parlamentare bipartisan da Comunisti e Democrazia Cristiana, oltre all'incursione dell'ufficio di igiene. Per la "Merda d'artista" di Piero Manzoni finì in tribunale nel '70, e per acquisire l'Arlesiana di Van Gogh sfidò a colpi di strategie il grande collezionista svizzero Ernest Beyeler, per poi scatenare le accuse di aver fatto spendere troppi soldi allo stato. Sono anni difficili per Palma che riesce a vivere con la sicurezza dell’amicizia di artisti e critici a lei affini come Argan e Venturi che la difendono a spada tratta. Gli anni Sessanta sono punteggiati da grandi riconoscimenti: nel ’61 compie un tour di conferenze negli Stati Uniti; nel ’62 è nominata commendatore dal presidente Segni; viene invitata in tutto il mondo (Canada, Brasile, Giappone...), e ovunque riscuote successo e ammirazione. Nel decennio successivo è ancora costretta a difendere il suo operato da accuse pesanti; intanto riceve nel ’72 riceve la Légion d’Honneur e diviene Accademica di San Luca; nel ’75 è nominata Grande ufficiale della Repubblica. Si spegne nell’estate del 1998. Sempre capace di vedere il nuovo e di promuoverlo, riesce ancora con il suo ricordo a donare e donarsi all’arte.

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