Ricerca di verità - A Roma, alla Casa Internazionale delle Donne, il 14 dicembre la presentazione del volume in cui "la nonviolenza è intessuta di capacità, attitudini, metodi e parole.."
Federica Curzi Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2006
Il volume inizia all’insegna di due parole che direzionano l’attenzione in mezzo alle molte voci che si mescolano e si aggiungono via via come in un esercizio collettivo di scrittura, unico antidoto per "andare oltre l’illusione di una verità neutra e unica, e fare tesoro di elaborazioni teoriche e di pratiche che si rapportino con la realtà in maniera problematica e complessa". Le chiavi di accesso sono la parola dialogo e la parola due. L’intervista-colloquio con cui Lidia Menapace e Giovanna Providenti inaugurano 'La nonviolenza delle donne' (a cura di Giovanna Providenti, Libreria Editrice Fiorentina, pp.285, euro 16,00 - Quaderni Satyagraha, n.10, a cura del Centro Gandhi di Pisa) testimonia che il mondo della nonviolenza e delle donne - un mondo realistico in quanto le comprende entrambe - non può che essere frutto di reciproche e lungimiranti inclusioni.
Questo è quanto appare nel corso della lettura, nell’aggiungersi dei contributi che declinano il femminile e la sua differenza secondo la nonviolenza - Providenti, Caporossi, Abbate e Tonelli - e di quelli che prendono a cuore il percorso inverso nel partire dalla nonviolenza e nel portarla fino in fondo scoprendone una radice nella differenza di genere - Muraro, Andò -.
Partendo dalla ricerca di un significato universale di nonviolenza, di differenza di genere e della loro coniugazione, si passa attraverso una rivisitazione delle parole della cultura e della sua divulgazione tanto da giungere a trasfigurare quello che in ogni cultura, filosofia o visione del mondo costituisce il cuore: la verità. Non siamo infatti di fronte ad un pensiero che cerca un verità-oggetto da mettere in tasca o da “esportare”, bensì emerge l’anelito ad una verità come nuova ricerca. Prova di questo sono le testimonianze - le pratiche e le esperienze che costituiscono la seconda e terza parte del libro – in cui si annodano la narrazione di realtà concrete in parti di mondo o società senza voce con l’idea e il metodo di una conversione dello sguardo all’insegna del sentire e dell’agire nonviolento. Se dunque alla base del volume stanzia l’idea di disambiguare la superficialità del dire secondo cui la donna è per natura nonviolenta, l’esito comune che sottende tutti gli interventi è un nuovo dire secondo cui, invece, la nonviolenza è intessuta di capacità, attitudini, metodi e parole che le donne, il femminismo, il valore della differenza hanno storicamente incarnato. Il libro sarà presentato a Roma (Casa Internazionale delle Donne, 14 dicembre h 17.30), il 18 gennaio a Torino e a Senigallia (Scuola di Pace, 1° marzo).
(10 dicembre 2006)
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