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Otto marzo tutto l’anno

Otto marzo tutto l’anno

Intervista ad Alessandra Tibaldi - L’occupazione e l’emersione del lavoro nero di donne e giovani sono i principali obiettivi del progetto dell’Assessora regionale ideato per il centenario dell’otto marzo

Alice Casali Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2008

Giovane e combattiva Alessandra Tibaldi, assessora al Lavoro, alle Pari Opportunità e alle Politiche giovanili della Regione Lazio, affronta le sue iniziative con passione e profonda convinzione, pronta ad affrontare tutte le battaglie anche le più difficili, che l’hanno vista impegnata nel mondo della scuola come insegnante e come militante nel partito della Rifondazione Comunista.
Nello scorso dicembre durante la discussione per l’approvazione del Bilancio della Regione ha ottenuto di inserire e far approvare nel Bilancio per il 2008 una voce nuova: uno stanziamento per finanziare il centenario dell’8 marzo.

Con quali motivazioni è riuscita ad ottenere uno stanziamento nel bilancio regionale per celebrare il centenario dell’8 marzo, un evento che sembra aver perso “smalto” negli ultimi anni?

L’8 marzo è una giornata di lotta per i diritti delle donne entrata nella storia mondiale. E’ un’occasione importante per parlare del problema del lavoro delle donne che nel nostro Paese - e anche nella regione Lazio - ha assunto i tratti di una vera emergenza. Se Roma e Provincia registrano tassi di attività femminili che non si discostano molto dagli obiettivi di Lisbona, le altre città (Frosinone, Rieti, Viterbo e Latina) sono ben lontane dal raggiungerli. Nel Lazio si registra, inoltre, la presenza diffusa di lavoratrici in nero e il ricorso a forme contrattuali di lavoro precario o stagionale che rendono la condizione delle donne molto vulnerabile . L’amministrazione regionale ha condiviso l’idea di fare del centenario dell’8 marzo un’occasione di sensibilizzazione, per intraprendere iniziative “emblematiche” per lo sviluppo dell’occupazione femminile, per la lotta alle discriminazioni, per la diffusione e la sperimentazione di sempre migliori forme di conciliazione tra lavoro e lavoro di cura , per la condivisione tra donne e uomini dei carichi familiari. Ho quindi dato vita ad un “Comitato promotore”, che affiancherà l’Assessorato nella realizzazione del programma, e che vede accanto agli altri Assessorati Regionali la presenza dei Coordinamenti Regionali delle Donne di CGIL, CISL e UIL, delle Organizzazioni Datoriali, della Rete Regionale delle Consigliere di Parità, della Consulta Femminile Regionale del Lazio, del CPO della Regione e a livello locale delle Province e della Casa Internazionale delle Donne del Comune di Roma.

Come intende sviluppare il programma e come collegarlo con le politiche dell’Assessorato che dirige?

Il programma definitivo sarà presentato nei primi giorni di marzo. Sicuramente un nostro obiettivo sarà quello di produrre alla fine dell’anno il “Libro verde per il lavoro delle donne del Lazio”, un documento che conterrà i risultati, le proposte, gli studi e le buone pratiche che emergeranno nel corso di questa che considero una vera campagna per la promozione del lavoro regolare delle donne laziali. A fianco degli stanziamenti previsti per questa azione l’Assessorato che io rappresento metterà a disposizione degli ulteriori fondi per implementare una capillare iniziativa che veda coinvolta tutta la Regione, i suoi attori sociali su questo tema così importante per lo sviluppo economico e sociale. Altro provvedimento in discussione è la legge sul “reddito sociale garantito”, un provvedimento con cui intendiamo dare sostegno ai lavoratori disoccupati o precari. Similari norme sono adottate in tutti i Paesi Europei, all’infuori della Grecia e dell’Italia. Questa legge vuole tener conto non solo di un intervento sulle emergenze sociali e sulla povertà ma di incidere affinché non si arrivi alla gestione dell’emergenza e del disagio nel momento più difficile per una persona. Nel contempo l’applicazione della recente legge per l’emersione del lavoro sommerso è un’importante occasione per aiutare le tante lavoratrici in nero o irregolari e favorire la buona occupazione. Mi rendo conto che è un programma ambizioso, ma sono fiduciosa perché credo che proprio una rete capillare ed iniziative anche piccole ma diffuse come quelle che ci siamo prefissati riuscirà a produrre risultati concreti. Anche recentemente, in un’area di crisi come quella della ceramica di Civita Castellana, siamo riusciti a ricollocare alcune delle donne espulse dal mercato del lavoro per effetto della crisi che attraversa il settore mediante un’azione congiunta delle amministrazioni pubbliche e delle forze sociali. Da addette alla produzione ceramica alcune donne sono diventate esperte di marketing locale per i prodotti tipici. Sappiamo che non è facile far entrare le donne nel mondo del lavoro e che non è facile farle rimanere: ma questa è la sfida che vogliamo vincere.


(3 marzo 2008)

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