Giovedi, 11/04/2013 - A Lamezia Terme venerdì 12 Aprile 2013 nella Sala Giunta - Contrada Madamme, la presentazione dei primi dati raccolti negli anni 2011 e 2012 dall’ Osservatorio sulla violenza di genere costituito nell’ambito del Progetto Demetra.
Il Centro Demetra, finanziato dalla Regione Calabria, ai sensi della L.R. 20/2007 e promosso da un partneriato di Enti ed Associazioni lametine, ha come finalità la tutela della donna rispetto ai maltrattamenti e la sensibilizzazione e l'informazione sulle tematiche della violenza di genere.
Il partneriato è composto da: Comune di Lamezia Terme (soggetto capofila), ASP di Catanzaro, Associazione Mago Merlino, Associazione Comunità Progetto Sud, Associazione Italiana Donne Medico (AIDM), AIAF Calabria - Associazione Italiana avvocati per la famiglia e per i minori, Centro Lametino di Educazione Sociale- Consultorio Familiare, Rinascita del Mediterraneo.
Un protocollo d’intesa è stato stilato con i comuni di Serrastretta (nell’ambito montano del reventino) e di Pizzo (nell’ambito del litorale tirrenico) che si uniscono ai 21 comuni che ricadono nell’ambito del lametino.
A Lamezia Terme è così stato creato di uno spazio di ascolto, di condivisione e di sostegno per le donne e le persone che subiscono violenza, nel rispetto della segretezza e dell'anonimato, costruendo con esse percorsi individualizzati e personalizzati per aiutarle ad uscire dalla situazione di violenza e a riappropriarsi della propria vita. L'offerta di supporto psicologico, la consulenza legale e medica si sono realizzate in un intenso lavoro di rete con le istituzioni e i servizi del territorio affiancando la donna in difficoltà. E’ stato inoltre attivato un numero verde a disposizione dell'utenza 24 ore su 24.
L'osservatorio, illustra i primi dati relativi alla sua attività, procedendo ad un'analisi incrociata dei dati forniti da consultori, Asl, forze dell'ordine, uffici giudiziari e servizi sociali, rilevando l'incidenza del fenomeno nel Lametino, individuando tipologie, casistiche, condizioni e livelli di rischio, per un'analisi sociologica del fenomeno, raccogliendo informazioni ed elaborando dati rilevanti per l’analisi e lo studio delle modalità che declinano la violenza di genere con lo scopo di definire ed attivare un’adeguata politica di intervento, contrasto, inclusione delle vittime e prevenzione, da realizzare congiuntamente agli attori del territorio.
I dati presentati, raccolti ed elaborati dalla Dott. Maria Antonietta Cerra, sociologa dell’ente partner CLES, pur nella loro parzialità, evidenziano alcune caratteristiche del fenomeno violenza nel lametino, ma anche alcune criticità.
Le donne che si sono rivolte ai servizi sono consapevoli di essere vittime di abusi e maltrattamenti (77,3%). La violenza è esercitata nel lungo periodo.
Per l’82,5% dei casi si è già verificata in passato e per il 74,4% per mano dello stesso autore. Più della metà delle donne si è sentita in pericolo di vita (34,3%). C’è la percezione della gravità del fenomeno (65,9%), anche se lo scarto fra considerare reato la violenza (46,2%) e qualcosa di sbagliato ma non un reato (43,6%) è minimo. Poco più della metà ha sporto denuncia (36,4%)
Dai dati parziali si evince che il fenomeno violenza di genere nel contesto in esame si profila in prevalenza come violenza di tipo fisico nel 44,9% dei casi e psicologico nel 34,8%, spesso correlati.
Nel 75% si indica la casa familiare come luogo dell’aggressione, agita per mano di coniugi nel 41,8% dei casi, partner conviventi nel 12,7%, partner non conviventi nel 9,1, ex coniugi nel 9,1 ed ex partner nel3,6. I numeri appaiono significativi se ad essi si sommano il 16,4% dei casi in cui la violenza viene perpetrata ad opera di Altro Familiare. Dai dati forniti dalla Polizia di Stato si rileva il 67% di maltrattamenti in famiglia per tipologia di reato. Nel 72,7% dei casi si tratta di donne con figli, dei quali l’80,5% corrisponde al totale dei figli minori, segnalando la presenza degli stessi al cospetto di violenza assistita.
Muovendo in tale direzione, il dato locale si attesta sulle stime prodotte a livello nazionale (ISTAT, 2007), collocando la violenza contro le donne nelle relazioni di prossimità. Mentre, da una prima lettura, sembrerebbe invece distanziarsi dall’andamento trasversale che il fenomeno violenza va assumendo insinuandosi tra i diversi status della società .
Da un primo profilo che si delinea dai dati fin qui rilevati, si inquadrano vittime ed autori in un livello sociale medio/basso per scolarizzazione e condizione professionale.
A breve saranno illustrati i dati conclusivi dell’Osservatorio, numeri per ragionare e per formulare ipotesi di spiegazione e di strutturazione della violenza di genere e poter superare il vuoto di conoscenze che ancora oggi la circonda, leggerla e comprenderla quale fenomeno sociale, politico e di salute e non più fatto privato, chiuso dentro mura che diventano prigioni ove si può morire per amore.
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