Orme e trasparenze
sette donne raccontano
… in una scuola dell’Esquilino
15-20 giugno 2011
ITIS Galileo Galilei, via Conte Verde 51, Roma
L’Installazione si inaugura il 15 giugno 2011 alle ore 18.30
Ingresso libero
giovedì 16,
Video: Ennio Madau con la collaborazione di Marisa Del Monte
Luci: Marco Ceraglia e Antonio Pinna
Autrici diverse per loro differenti arti, materiali e strumenti ma simili nella ricerca della possibilità di raggiungere una forma di espressione e di linguaggio attraverso metalli, fili, tessuti, terra. Ciascuna impegnata a svelare e scoprire aspetti nascosti di sé, rappresentazioni dell'universo femminile. Ciascuna prendendo per mano il suo essere madre, figlia, donna.
“Muoversi tra queste stazioni femminili, è un atto libero, privo delle costrizioni di una meta. Si possono costruire ponti che le congiungano, decidere se attraversare una cavità o trovarvi riparo, districarsi tra i fili, rimanerne imbrigliati oppure fare di un filo la propria corda.
Questa erranza ha un ritmo. Ci sono nodi in cui inciampare e incroci in cui è bene fermarsi; riflessi in cui cercarsi e ombre per nascondersi. Questa è la possibilità di un’orma, questa è l’occasione della trasparenza”. (Luisa Meci)
Orme e trasparenze è un’installazione in itinere che è stata già allestita a Roma nel 2009 (presso la sede dell’Associazione GRECAM) e a Sassari, dal 4 al 20 maggio 2011 (Palazzo Ducale, sede del Comune). Ogni realizzazione dell’installazione è occasione per elaborare, trasformare e arricchire la concezione dell’insieme.
L’Installazione ha ricevuto i patrocini delle Ambasciate di Uruguay, Messico, Ecuador e
il sostegno della Consigliera dell’Assemblea Capitolina, Maria Gemma Azuni.
Orme e trasparenze è una produzione Grecam
Descrizione dell'installazione
In Orme e trasparenze sette donne artiste raccontano una storia individuale e allo stesso tempo universale.
Questa narrazione comincia parlando del ciclo della vita.
Una figura femminile di spalle, ambrata, ancestrale ed arcaica, quasi l'origine; la gonna rossa che la riveste inizia la sua uscita con un vortice e prosegue a momenti lenta e in altri tumultuoso il suo flusso, magmatico ed irrequieto come le forti, profonde e antiche emozioni che lo generano.
Qua e là, emergono dei grumi di terra che man mano prendono forma in piccole sculture di donna, creta che racconta storie: la donna tuareg, la ballerina, la donna che cammina, quella quasi ferma, quella che regala canzoni...
Stoffa intrecciandosi con stoffa, l'origine contiene un’altra origine, quella della vita: una donna ammantata di rosso scuro, creata con reti metalliche, che partorisce ricami e il parto stesso è un ricamo.
Poco più in là una donna sdraiata sulla sabbia, dal manto blu cangiante, intessuto di fili d'argento e di rame, si mostra in tutta la sua bellezza e forma con lo sguardo una diagonale verso la donna partoriente: un dialogo aperto.
Di lato quattro donne fanno vedere le loro ferite, raccontano vissuti difficili e il difficile tentativo di poter ricostruire la propria vita. Le sostiene la donna alata, sospesa nell'aria: in equilibrio su una sfera, quasi volesse spiccare il volo. Abbraccia con il suo corpo l'universo femminile e il suo volo rimanda a una spirale che si libra nell'aria.
Piccoli oggetti lasciati per sempre, scarpette rosse e gioielli per essere libere, giacciono sulla sabbia.
Associazione Grecam, Via Conte Verde 15, Roma, tel./fax: 06 44340998
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