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Ore 9.30: al liceo seminario sul sexting

Ore 9.30: al liceo seminario sul sexting

Da un' indagine statistica predisposta da Save the children si evince che anche in Italia sta diffondendosi il sexting, fenomeno sociale che consiste nella diffusione tra gli adolescenti di messaggi o fotografie a carattere sessuale per il tramite dei tel

Martedi, 28/02/2012 - Quando, all’inizio del mese, il Comitato Se non ora quando – Vallo di Diano propose di tenere un seminario esplicativo del fenomeno del sexting presso il liceo classico salese, il dirigente scolastico dell’istituto statale d’istruzione superiore, dott. C. Setaro, si dimostrò disponibile, ben consapevole di offrire non solo agli studenti ma anche al corpo docente un indubbio momento di approfondimento su quello che, a ragione, è considerato un fenomeno sociale degno di particolare attenzione. Difatti da uno studio recente di Save the children si evince che in Italia il sexting non solo è diffuso nell’8% degli adolescenti tra i 12 e i 18 anni e nel 4% di quelli tra i 12 ed i 14 anni, ma che il 22% dei ragazzi/e lo considera un comportamento comune tra i loro coetanei.

A voler spiegare il termine esso nasce dalla composizione di sex e texting ( lett. postare di sesso), a voler definire l’accadimento, invece, esso consiste nel diffondere tra fidanzati, amici ed altri coetanei messaggi o fotografie a carattere sessuale per il tramite dei telefoni cellulari. E’ apparsa, quindi, necessaria una riflessione comune con gli studenti del ginnasio e del liceo per comprendere quanto il sexting fosse da loro conosciuto o praticato. L’intento prioritario non era quello di censurare i loro comportamenti, ma di determinare le condizioni per una riflessione critica sul fenomeno in sé. Partendo dall’assunto che le fotografie una volta entrate in rete non possono più essere eliminate, il Comitato ha voluto far comprendere che anche dietro un momento ludico o peggio una bravata potessero celarsi gravi conseguenze per il presente ed il futuro degli stessi adolescenti che praticano il sexting. Conseguentemente si sono fatte prendere in considerazione varie ipotesi, ossia le ripercussioni sulla vita privata o professionale, ma, soprattutto, il pericolo di dare adito all’adescamento on line dei ragazzi/e da parte di adulti in malafede.

Si può iniziare per scherzo con una fotografia scattata con il cellulare davanti allo specchio nella propria cameretta, oppure fatta in fretta e furia nei bagni di scuola o nel camerino di un negozio. La si invia per sms e voilà le conseguenze sfuggono dalla volontà di chi l’ha messa in rete, perché imprevedibili. Se, per esempio, una ragazza l’ha postata per esercitare pressioni psicologiche su un coetaneo indeciso sul da farsi, questi può indifferentemente girarla ad altri e così via dicendo, fino a determinare una conoscibilità del corpo della ragazza di gran lunga superiore alle intenzioni di chi quella foto aveva inviato. Si dia anche il caso, alquanto frequente, che essa venga visionata da un adulto malintenzionato che, carpendola dal profilo facebook dell’adolescente, la utilizza per ricattare la ragazza e farla in tal modo cedere alle proprie voglie.

La realtà è ben lungi dall’essere difforme dalla narrazione, tant’è che nel seminario sono stati portati ad esempio casi successi nel presente più vicino a noi. La dott. R. Braiotta, psichiatra della Asl Salerno, ha evidenziato la necessità di riuscire ad utilizzare le nuove forme di linguaggio e di relazione offerte dalla tecnologia, senza però mai esserne vittime e soprattutto ben consapevoli della differenza tra i contatti reali e quelli virtuali. L’avv. R. Pepe, invece, ha fatto comprendere le ipotesi di reato in cui si incorre diffondendo immagini a sfondo sessuale, ponendo l’accento sui rischi di essere denunciati dalla Polizia postale per diffusione di materiale pedopornografico, come è successo di recente ad un quattordicenne lombardo che, addirittura, aveva creato un sito sul quale caricava le foto delle sue compagne di classe in pose provocanti.

Il Comitato con l’aiuto di materiale audiovisivo, particolarmente apprezzato dagli studenti, ha cercato di coinvolgerli in un dibattito, aiutato nell’intento anche dalle prof. V. Marrone e F. Rubino. Si è constatata l’estrema difficoltà di avviare un confronto sul tema in questione, ostacolo messo in conto preventivamente, anche se non interessava precipuamente di venire a conoscenza di casi di sexting quanto, piuttosto, far acquisire agli adolescenti un po’ più di consapevolezza sulle conseguenze nel tempo di siffatto fenomeno. All’inizio del seminario sono stati distribuiti dei post- it rosa su cui gli studenti avrebbero potuto scrivere le loro impressioni ed è leggendo i relativi commenti, anonimi, che le componenti del Comitato hanno capito che i ragazzi/e del Vallo di Diano non sono del tutto estranei al sexting. Indubbiamente altre occasioni di approfondimento, quale quella di venerdì scorso, appaiono necessarie per far meglio comprendere agli adolescenti le insidie nascoste dietro quello che a prima vista può apparire come un gioco da adulti, ma che in realtà invece è un pericoloso incidente che, occorsogli in giovane età, potrebbe comportare gravi conseguenze per i loro anni a venire.

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