Ore 10: lezione scolastica sulla violenza maschile contro le donne
L’adozione del libro La metrica dell’oltraggio da parte di un istituto comprensivo di Colliano (Sa) diventa l’occasione per trattare con gli studenti il tema della violenza maschile sulle donne.
Martedi, 04/06/2024 - Ritrovarsi in un istituto d’istruzione primaria, come il Giovanni Pascoli di Colliano (Sa), a trattare il tema della violenza maschile sulle donne è stato per me un’esperienza indubbiamente positiva. Superando le iniziali perplessità derivanti dalla giovane età degli interlocutori, posso dire di essermi subito ricreduta, in quanto ho capito che questa scuola aveva adottato un libro, La metrica dell’oltraggio, scritto da Michela Bilotta, per trarre da esso modo di approfondire l’argomento che ne è alla base. Ossia, la violenza sulle donne, quale filo conduttore, che viene esposta nelle sua molteplicità di manifestazioni grazie all’espediente di connotare la trama del libro come un insieme di storie violente, aventi come vittime donne che la protagonista del romanzo incontrerà nel corso di un viaggio finalizzato a scrivere un articolo su Isabella Morra, poetessa del XVI secolo uccisa dai fratelli per vendicarsi di una presunta relazione con un uomo a loro non gradito.
Da poco tempo il libro La metrica dell’oltraggio è entrato nella lista ufficiale dell'AIE (Associazione Italiana Editori) come testo scolastico adottabile per l’argomento di cui tratta. Poiché le scuole pubbliche italiane dovrebbero insegnare ad impedire episodi di violenza di genere, nell’ottica finale di formare giovani consapevoli, promuovere il rispetto reciproco, sensibilizzare ed educare le nuove generazioni alla prevenzione della violenza maschile sulle donne, anche un libro diventa l’occasione per perseguire tali finalità. Gli alunni dell’IC G. Pascoli hanno avuto modo di leggere La metrica dell’oltraggio, trarne le proprie riflessioni personali ed elaborare domande da formulare ai loro ospiti, affiancati dalla prof.ssa Giusy Itro capace di instradarli in un particolare percorso di consapevolezza. Oltre a me, ad interloquire con gli studenti ci sono stati l’autrice del libro, Michela Bilotta ed il regista Luca Guardabascio, che nella sua opera “Credo in un solo padre” ha narrato una storia di violenza sulle donne tratta dalla realtà.
Michela Bilotta ha trattato nelle sue risposte delle varie forme di violenza domestica, facendo comprendere al pubblico che essa non si sostanzia nella sola violenza fisica. Ha anche spiegato agli studenti l’importanza di declinare al femminile i nomi delle professioni femminili, motivando questa scelta come espressione della realtà, perché se esistono le avvocate vuol dire che la professione forense è effettivamente esercitata dalle donne. A suo parere, quindi, “le parole cambiano il modo di percepire la realtà”. La scrittrice ha inoltre illustrato il motivo per il quale il suo libro si intitoli La metrica dell’oltraggio, chiarendo che, “come la metrica sia nella musica che nella poesia presenti elementi ripetitivi, così pure la violenza maschile sule donne abbia elementi sempre eguali”. Luca Guardabascio ha invece chiarito il ruolo del cinema come capace di contribuire al contrasto della violenza contro le donne. Ossia, “ E’ la settima arte, arriva in maniera immediata e racchiude in sé tutte le arti. Con la mia associazione Ets Cinema sociale 99 abbiamo utilizzato l’immagine per rieducare i ragazzi, che dopo il Covid si erano trovati spaesati”. A suo parere il cinema svolge un ruolo di educazione sociale, come ha potuto constatare personalmente facendo visionare a circa trecento adolescenti del Congo i film di Charlot e di Stanlio ed Olio, importanti perché “educano in maniera giusta alla vita”.
Per mio conto ho spiegato il violentometro, misuratore delle diverse manifestazioni della violenza di genere, fatto adottare dal comitato Se non ora quando-Vallo di Diano (Sa) lo scorso 25 novembre per la prima volta da una scuola pubblica italiana, l’IISS Cicerone di Sala Consilina (Sa). Motivando questa scelta con il bisogno di contribuire a fare comprendere che tale violenza abbia caratteristiche cicliche da intendersi “come il progressivo e rovinoso vortice che divora la persona vittima di violenza continuativa, sistematica e ciclica, da parte del partner” (Leonor Walker). Con esempi pratici ho meglio evidenziato tali comportamenti al punto che gli studenti mi hanno chiesto se ci sarà un tempo in cui questo fenomeno sociale possa concludersi. E’ a quel punto che ho tirato in ballo la responsabilità delle istituzioni pubbliche che devono lavorare in sinergia con associazioni, enti privati e singole persone affinché si ponga in essere un’azione sinergica tesa ad un efficace e puntuale contrasto alla violenza maschile sulle donne.
Erano presenti all’incontro, tenutosi plesso il plesso dell’istituto scolastico di Laviano (Sa), il suo sindaco, Oscar Imbriaco, ed il dirigente dell’IC G. Pascoli di Colliano, Bernardino Sessa. Proprio a quest’ultimo mi sono rivolta per chiedere che a scuola si svolgano corsi di educazione all’affettività, fondamentali per gli adolescenti. Difatti, se si vuole che un ragazzo ed una ragazza imparino a riconoscere e gestire le proprie emozioni e a rispettare l’altro, occorre che sperimentino essi stessi esperienze di riconoscimento, rispetto, cura e che si sentano a scuola “in sicurezza” sul piano emotivo, affettivo, relazionale e nel rapporto con il mondo degli adulti. Ho trovato, conseguentemente, che la scelta, operata dalla prof.ssa Itro, di fare formulare le domande dagli studenti maschi sia stata motivata da uno specifico iter volto a consentirgli la consapevolezza che il tema affrontato li coinvolga maggiormente in quanto tali. Come anche lodevole è stata la decisione di fare partecipare le mamme degli alunni ed alunne al confronto pubblico, evidenziando il buon grado d’interlocuzione che tale scuola ha con le famiglie, elemento fondamentale per rendere ottimale la relazione tra le due fondamentali agenzie educative del nostro Paese.
Alla fine della mattinata ci siamo lasciati con tanti buoni auspici, come la speranza di continuare ad impegnarci sinergicamente nel contrasto alla violenza maschile sulle donne. Questa emergenza sociale, come l’ha definita spesso il presidente Mattarella, abbisogna di interventi non frammentari, se non addirittura contraddittori. Occorre, però, preliminarmente una visione coerente sulla funzione e i compiti della scuola, chiamando in causa principalmente il Ministero dell’Istruzione e del Merito che non deve lasciare insegnanti, dirigenti, alunni e genitori “ostaggio” di interventi o riforme che rischiano di essere il più delle volte incompiute. Come pare sia successo di recente con l’annunciato progetto finalizzato all’introduzione di corsi anti-violenza nelle scuole pubbliche italiane. Occorre monitorare tale progetto per constatare quali risultati consegua e, semmai, modificarlo ove essi non pervengano, perché l’educazione all’affettività e al rispetto deve essere parte integrante del curricolo scolastico, ponendo le correlate istituzioni e gli insegnanti in condizione di attuare quanto necessario per pervenire a tale risultato.
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