Politica/ Africane in Italia - Unanimità al parlamento sulla legge contro la pratica dell’infibulazione. Astenuti tre senatori di Rifondazione e la parlamentare della Margherita Cinzia Dato
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2005
Una volta tanto maggioranza e opposizione si sono trovati concordi nel votare il testo di legge che, quando entrerà in vigore, punirà con la reclusione da 4 a 12 anni chiunque pratichi l’infibulazione.
In Italia risiedono circa 45 mila ragazze provenienti da Paesi dove l'infibulazione viene ancora praticata. Per molte delle bambine africane che vivono nel nostro Paese la legge arriva forse tardi, ma per le altre migliaia che rischiano di essere infibulate il testo approvato potrebbe rappresentare la salvezza.
Il provvedimento tornerà alla Camera (che lo aveva già approvato lo scorso maggio) per l'esame delle modifiche introdotte dai senatori. “Non dobbiamo avere paura di imporre valori occidentali - ha commentato il diessino Elvio Fassone - Il diritto all'integrità fisica è un diritto universale".
Chiunque praticherà l'infibulazione sarà punito con la reclusione da 4 a 12 anni. La pena sarà aumentata di un terzo se la mutilazione sarà compiuta su una minore e in tutti i casi in cui viene eseguita per fini di lucro. I medici scoperti a praticare l'infibulazione, oltre la pena, rischiano la cancellazione dall'ordine e fino a 10 anni di reclusione. La legge colpirà i colpevoli anche nel caso in cui l'infibulazione sia stata eseguita all'estero. Il testo, inoltre, contiene anche una parte in cui lo Stato si impegna ad avviare una serie di campagne di informazione rivolte agli immigrati. Campagne che cercheranno di raggiungere le comunità africane che vivono in Italia. Sono previste anche campagne informative nei Paesi d'origine.
Unici astenuti tre senatori di Rifondazione comunista e, a titolo personale, la parlamentare della Margherita Cinzia Dato, che ha così espresso il suo parere: “Prima di approvare una legge così repressiva, dovremmo mettere fuori legge il ricorso alle pratiche di chirurgia estetica per le minorenni. Anche in questo caso si tratta di imposizioni violente provenienti da vincoli culturali".
(8 luglio 2005)
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