Martedi, 26/05/2020 - Caro Mark,
In questi mesi il linguaggio collettivo si è fermato su un unico pensiero: cacciare il virus, come nel 2011 in Tunisia quando mandar via il dittatore era diventato il mantra di giovani diplomati senza lavoro e uomini e donne non parlavano d’altro.
La politica ha preso il posto del calcio, mi diceva Saliha, alludendo ai discorsi dei maschi.
Le bandiere nere dei primi gruppi salafiti sfilavano tra le strade polverose di Sidi Bouzid dove tutto era iniziato.
Le donne fanno politica dall’interno gli uomini bevono il tè seduti al bar ma le parole della rivoluzione sono le stesse: dégage, vattene.
Scendendo verso sud, nel villaggio berbero di Tataouine, ci salutiamo, lei, con quel vocaleggio femminile tipico dell’oriente.
Figlia di un Imam di Tunisi, Saliha, in arabo la virtuosa, non ha mai indossato il velo.
A presto.
Emanuela Irace
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