Martedi, 28/04/2020 - Caro Mark,
ci sono momenti che non passano mai, si fissano, con un po’ di paura come su un aereo sgangherato, il primo a partire dopo gli accordi di Dayton.
Bosnia. 1995. Militari e coprifuoco e iI rumore sordo dei carri armati che di notte attraversavano Sarajevo. Ogni pezzetto di verde era costellato dal bianco delle croci. Altere e discrete sul praticello davanti casa.
Buchi di granata e vetri rotti. Interminabili lenzuola appese come quinte tra due vicoli a proteggere il corso principale dai cecchini sulla collina. Simboli di una guerra in Europa cominciata chissà dove.
Già, ma quando è iniziato tutto. Quel giorno o due settimane avanti, o addirittura molto prima quando la paura non c’era e ancora si respirava. Quando? In questi mesi di virus riguardo spesso la prima volta che ho visto la guerra e la lascio lì, a fissarmi, tesa e un po’ tremolante, come ago di una bussola, mentre segna la direzione.
A presto.
Emanuela Irace
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