Martedi, 24/03/2020 - Caro Mark,
in questi giorni di virus c’è chi sussurra di anno bisestile come animatore di catastrofi. Nell’illusione che sia la diversità a non portare beneficio. Basta un giorno in più a febbraio ogni quattro ed ecco che quell’anno porta male.
Non so se nella tua lingua c’è qualcosa di simile. Da noi l’orientamento alla predizione sembra non voler scomparire e specie negli eventi più drammatici si continua a cercare il conosciuto, la somiglianza che rassicura.
Sapere che era già scritto turba ma pare un sollievo. Ancor più se lo leggiamo in un libro che anticipa di quarant’anni l’attuale situazione o ne sentiamo parlare nel discorso visionario di Pinco Pallino o nella trama catastrofica di un film.
Per darci una spiegazione siamo disposti a isolare quanto è simile a ciò che conosciamo pur di soddisfare la promessa che sarà identico a ciò che avverrà. Sia nel bene che nel male. Come facevamo da bambini, umanizzando gli oggetti e dando corpo alle parole, per cercare un senso al presente e svelare il futuro.
A presto.
Emanuela Irace
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