Un’alleanza fondamentale per il benessere e la salute mentale
Negli ultimi anni, si è finalmente preso atto che la figura del caregiver familiare è un elemento cruciale nel supporto alle persone con disabilità. Madri, sorelle, figlie ma anche mariti, padri, fratelli, che nell’indifferenza esterna hanno dedicato le loro vite alla cura e all’assistenza dei loro cari, spesso senza nessun supporto o riconoscimento. È solo da pochi decenni che ci si è accorti di loro (di noi) a livello legislativo e sociale ed è da pochissimo che si è cominciato a porre l’attenzione al fatto che il prendersi cura, spesso in maniera totalizzante, delle persone con disabilità provoca conseguenze anche gravi sulla salute. Al primo posto ci sono stress e depressione, derivanti dalla mancanza di ascolto e dal senso di solitudine, ma anche dalle notti in bianco, dal non avere tempo per se stessi e per far fronte ai propri bisogni, dal non poter permettersi di ammalarsi.
In questo contesto tutte le categorie di operatori rappresentano spesso un’ancora di salvezza, le uniche figure che possono sostituire nella cura e nell’assistenza, intervenendo, grazie alle loro competenze, dove non si è in grado di arrivare e fornendo a familiari e a persone con disabilità un indispensabile supporto professionale, ma anche psicologico e affettivo.
È quindi fondamentale promuovere un’alleanza solida tra operatori e caregiver, non solo per migliorare la qualità dell’assistenza, ma anche per tutelare il benessere psicologico dei caregiver stessi. Spesso, infatti, una mancata comunicazione e collaborazione o un differente approccio può portare a conflitti di ruolo tra caregiver ed operatori, specialmente se i confini dei loro compiti non sono chiaramente definiti. Questo può portare a tensioni che possono danneggiare il rapporto e compromettere la qualità dell’assistenza fornita mettendo a rischio il benessere della persona con disabilità.
Per evitare possibili conflitti la relazione tra operatori e caregiver deve essere basata su una comunicazione aperta e empatica. I caregiver possono fornire agli operatori informazioni preziose sulle esigenze specifiche della persona con disabilità, comprese le preferenze, i bisogni e le abilità. Gli operatori, da parte loro, devono riconoscere l’importanza di ascoltare le esperienze e le preoccupazioni dei caregiver, valorizzando il loro contributo e il loro punto di vista. Solo attraverso un dialogo sincero e collaborativo è possibile costruire una rete di supporto che allevi il peso di queste responsabilità.
Inoltre, l’alleanza tra operatori e caregiver può facilitare l’identificazione precoce dei segnali di stress e depressione, permettendo l’implementazione di strategie di supporto adeguate. La formazione degli operatori sul tema della salute mentale dei caregiver è essenziale per sviluppare competenze relazionali e interventi mirati. In questo modo, gli operatori possono diventare non solo fornitori di assistenza, ma anche alleati fondamentali nel percorso di cura.
Entrambi i ruoli possono beneficiare di opportunità di formazione e supporto continuo per migliorare le proprie competenze e conoscenze nel campo della cura e dell’istruzione per le persone con disabilità. Questo può includere workshop, seminari, sessioni di supervisione e altro ancora. La formazione continua e lo sviluppo di competenze relazionali possono aiutare a superare le criticità e a potenziare i punti di forza di questo importante rapporto. Come Associazione “Oltre lo Sguardo” abbiamo cercato, attraverso il progetto di co-housing “la casa di Mario”, di attivare con fondi privati sia incontri di formazione partecipata dedicati agli operatori che incontri di sostegno alla genitorialità, per infondere in entrambi gli “attori” del durante e dopo di noi questo principio dell’alleanza fatta anche di scambio di ruoli nelle 24 ore. Infatti, nel co-housing frequentemente il caregiver familiare sostituisce l’operatore e l’operatore assume indirettamente la responsabilità di familiare occupandosi delle persone con disabilità anche rispetto a bisogni di tipo legale o medico. Quindi non solo assistenzialismo fine a se stesso ma condivisione a 360 gradi di un progetto di vita sempre in divenire
Il riconoscimento dell’importanza dell’alleanza tra operatori e caregiver familiari è quindi un passo fondamentale per affrontare i problemi legati alla salute mentale. Investire in questa collaborazione rappresenta non solo un atto di giustizia verso i caregiver, ma anche una strategia efficace per garantire un’assistenza di qualità alle persone con disabilità. Lavorando insieme si può massimizzare il potenziale di ciascun individuo e migliorare la qualità della loro vita quotidiana.
Articolo di Elena Patrizia Improta pubblicato il 23/1/25 in:
https://oltrelosguardo.org/operatori-e-caregiver-familiari-unalleanza-fondamentale-per-il-benessere-la-salute-mentale/
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