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Operaie francesi alla riscossa

Operaie francesi alla riscossa

Cinema - La grottesca ironia del film Louise-Michel

Colla Elisabetta Lunedi, 22/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009

Politicamente scorrettissimo, il film Louise-Michel dei registi francesi Benoit Delépine e Gustave Kervern, una commedia nera grotesque come poche altre degli ultimi anni, ha conquistato pubblico e critica. Premio per la Miglior Sceneggiatura al Festival di San Sebastian 2008 e Premio speciale della giuria per l’Originalità al Sundance Film Festival 2009, racconta la chiusura di una fabbrica tessile nella Picardia francese: la surreale assemblea indetta fra le operaie rimaste “a spasso” delibera d’investire la scarna liquidazione per fare fuori l’odiato padrone. L’idea è della stramba Louise, metà donna, metà uomo, una povera disgraziata costretta ad una vita di stenti, carcerata per un errore di gioventù, costretta a travestirsi per trovare lavoro, infine disoccupata. Sarà lei a trovare un improbabile sicario, Michel, inetto ed ingegnoso al tempo stesso, e ad iniziare con lui un viaggio alla ricerca di un “padrone-fantasma” su cui vendicarsi, passando (letteralmente) su corpi e cadaveri di altri disperati incontrati nel percorso. Il titolo offre ai più attenti una doppia chiave di lettura: Louise Michel infatti è il nome di una rivoluzionaria vicina alla Comune di Parigi, una donna eccezionalmente libera per i suoi tempi, che portava i pantaloni e giocava con un’idea antesignana di ambiguità sessuale. Stessa ambiguità è presente nei due protagonisti del film che si trovano a vestire panni non proprio tradizionali, come del resto dimostra, senza dubbio alcuno, l’insospettabile e decisamente anticonvenzionale epilogo.



 

(22 giugno 2009)

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