Venerdi, 19/05/2017 - Opera prima di Cristina Delogu, Il muro di donne
Dedicato a : Elene, Anita, Emily, Alberto e Sebastiano
L’Erudita edizioni 2017, € 15,00
Recensione a cura di Adriana Moltedo Esperta di Comunicazione e Media
Cristina Delogu ha pubblicato la raccolta di racconti “Ci sarà ancora il mare”, e Il Muro di Donne è il suo primo romanzo.
Le donne imperfette di Cristina De Logu sono quasi perfette come le sue Ricerche nella Fondazione Ugo Bordon, come le nuove metodologie e modelli di e-learning, come le simulazioni e i laboratori virtuali, di cui si occupa.
La suo logica non è casuale ma addestrata da anni alla ricerca scientifica, è quella di una donna nata libera.
Il linguaggio da lei usato che sembra parlato e sciolto, in realtà è ricercato, Allo stesso tempo semplice come lo Straniero di Albert Camus, soggetto predicato e complemento, a tratti radicale, come a William S. Burroughs, nel tentativo disperato di esorcizzare lo Spirito del Male che l’ha posseduta, ma con la grande differenza che la De Logu è una donna, e inevitabilmente in lei esplode il materno, che riporta ordine matematico, sempre un passo oltre.
Balla nella scrittura a tratti come la Zacharova, a tratti come Pina Bausch, sempre con la sua valutazione di applicazioni multimediali e interattive,
Ma il ruolo centrale, nelle donne di Cristina De Logu, è il mare di Sardegna che è in lei, nei suoi occhi, e il movimento marino, che tanto ricorda il flusso di coscienza di Virginia Woolf e le intermittenze del cuore di Proust, per il vissuto che ha voluto raccogliere senza mai nominarlo se non attraverso i suoi personaggi.
La scrittrice grida liberamente “Je suis toutes mes femmes”. Non so se per maturità o se l’abbia sempre saputo, le sue donne si rendono conto, come Madame Bovary che “una donna ha continui impedimenti. A un tempo inerte e cedevole, ha contro di sé le debolezze della carne e la sottomissione alle leggi. La sua volontà, come il velo del suo cappello tenuto da un cordoncino, palpita a tutti i venti, c'è sempre un desiderio che trascina, e una convenienza che trattiene.”
Gli uomini erano numeri primi, prima. L’auto riconoscimento è secondo ma primario, è il materno.
Il muro di voci di donne che si intersecano sono la libertà femminile che avanza. La consapevolezza di “io sono”.
Zacharova, ha recentemente dichiarato: “Diventare mamma ha cambiato il mio modo di vedere”. Anja, avuta dal celebre violinista russo Vadim Viktorovič Repin con cui è sposata, è nata nel 2011 e ,Zacharova a distanza di un anno dal parto, nel 2012, è ritornata sul palco del Teatro alla Scala di Milano interpretando da protagonista Giselle accanto al partner Roberto Bolle.
E’ così per molte di noi che hanno voluto “essere” a tutto tondo.
La madre terra si va coronando da un sempre piu lungo “muro di donne”, e tutto questo è una follia per il mondo. Il resto si deve abituare che Noidonne siamo fatte così e che è un guadagno per tutte/i noi.
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