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Ondina Valla, oltre ogni limite - di Silvia Tomassetti

Ondina Valla, oltre ogni limite - di Silvia Tomassetti

Alle Olimpiadi di Berlino (1936) gareggiò negli 80 metri a ostacoli e vinse la prima medaglia d’oro italiana in una competizione femminile, battendo il record mondiale

Mercoledi, 24/08/2022 -

Era il 1936 quando Ondina Valla trionfa negli 80 metri ad ostacoli alle Olimpiadi di Berlino. Trebisonda, era questo il suo nome, era nata nel 1916 a Bologna, suo padre la chiamò così, in onore della città Turca Trabzon (Trebisonda) che, secondo la leggenda, possedeva tutte le meraviglie.

Ondina, fin da giovanissima, mostra le sue abilità nell’atletica leggera, nei campionati studenteschi di Bologna dove la sua più grande rivale è Claudia Testoni, con la quale poi gareggerà anche alle Olimpiadi del 1936 e stringerà un forte legame di amicizia.

A 14 anni, diventa campionessa italiana assoluta, specializzata nella velocità e nella corsa agli ostacoli, e viene inserita nella Nazionale. Consegue diverse vittorie, diventando un esempio di “sana e robusta gioventù nazionale” per il regime fascista, mentre tutte le altre donne italiane potevano continuare a fare figli e preparare da mangiare.

Nel 1932 viene convocata ai Giochi Olimpici di Los Angeles, ma il Vaticano si oppone all’idea giudicata sconveniente per una donna così giovane, all’epoca sedicenne, che possa affrontare un lungo viaggio in compagnia di soli uomini, quindi fu costretta a rinunciare alla gara. Ma nel 1936 ha la sua rivincita e alle Olimpiadi di Berlino gareggia negli 80 metri a ostacoli vincendo la prima medaglia d’oro italiana in una competizione femminile, battendo il record mondiale. Alla gara è presente anche Claudia Testoni, amica e rivale di sempre.

Dopo le Olimpiadi, la popolarità della Valla esplose ed è in questo periodo che inizia ad essere soprannominata dai giornalisti sportivi “Ondina”, in seguito ad un errore in un articolo, l’autore confuse il suo nome con Trebitonda e da lì ne conseguì il suo soprannome “Ondina”.

Durante la dittatura, nonostante le difficoltà di quell’epoca, la partecipazione femminile alle competizioni sportive comincia ad essere maggiormente accettata proprio perché il regime si serviva anche di questi eventi sportivi per la propaganda e l’esaltazione patriottica. Fortunatamente ad Ondina viene permesso di continuare la sua carriera sportiva dimostrando grande versatilità.

Il 6 agosto 1936 a Berlino, l’attendeva la finale degli 80 metri ostacoli e lei era pronta ad affrontarla con tutta la grinta e il coraggio che aveva. Il giorno prima aveva vinto la semifinale ed aveva stabilito il record mondiale in 11’’6. Il percorso è breve, le avversarie agguerrite: al traguardo arrivano in quattro quasi simultaneamente. Sarà solo il fotofinish dell’epoca a stabilire il vero ordine di arrivo ma, in ogni caso, l’oro è il suo. Ed è un oro importantissimo: per l’Italia, il primo vinto da una donna alle Olimpiadi.

Al ritorno in patria Ondina era già una gloria: il governo fascista la elesse ad esempio per le giovani generazioni e la stampa coniò per lei la definizione “Il sole in un sorriso”. Quella vittoria la fece diventare la più giovane atleta italiana a vincere un oro olimpico e questo record rimase tale fino al 2004. Così come il primato nazionale di salto in alto conseguito nel 1937 con la misura di 1,56 m. rimase suo fino al 1955.



Continua a gareggiare fino agli anni Quaranta, conseguendo vittorie anche in altre discipline, come il getto del peso e il lancio del disco. Abbandona la carriera sportiva solo dopo essersi sposata negli anni Cinquanta e muore a novant’anni, nel 2006.

Ondina Valla è rimasta fino al 2004* la più giovane atleta italiana a vincere un Oro olimpico e certamente tra le donne nella storia dello sport, in Italia e non solo.

Silvia Tomassetti (Fonte dati sportivi: FIDAL)


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