Lunedi, 15/05/2017 - On the Milky Road, Sulla via lattea.
a cura di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media
Questo film è una favola d’amore vissuta nella guerra.
On the Milky Road è una favola nera chiassosa e surreale: la musica e le bombe, i proiettili e i personaggi un po’ folli si susseguono, si rincorrono e riempiono lo spettatore di immagini e suoni, di situazioni al limite del bizzarro e di personaggi che fanno della loro stranezza un carattere distintivo, privilegiando la componente amorosa e il concetto di natura madre e matrigna
Gli uomini neri inseguono accanitamente il personaggio interpretato da Monica Bellucci.
Kusturica interpreta Kosta, un tempo musicista, ora semplice lattaio nell’ epoca della guerra.
I due si innamorano di quell’amore che serpeggia vero attraverso tutta l’esistenza sin dal primo sguardo.
Poi c’è Milena, interpretata da una bravissima e atletica Sloboda Micalovic, molto famosa in Serbia. Milena sin da bambina e’ innamorata di Kosta che fa dei salti mortali rimbalzando sulle sue spalle.
Kosta, pur gentilissimo nei suoi confronti, non la ricambia.
C’e’ Zaga con un gran occhio di vetro, interpretato da un intenso Miki Manojlovic, il fratello di Milena, in ritorno dall’Afghanistan, che dovrebbe sposare, secondo il costume di un matrimonio combinato, la sfollata italiana.
Questo film di Emir Kusturica, è stato girato durante 4 anni, per lo più in Erzegovina nei pressi della citta’ di Trebinje, dove sono state tra l’altro selezionate molte figurazioni tra la popolazione locale, avvalendosi dell’ interpretazione di Monica Bellucci la quale, nella versione originale del film, recita in serbo, che le ha garantito la stima e l’innamoramento da parte del popolo serbo.
Emir il “Professore” per gli amici ed i fedelissimi, la dirige qui in maniera eccellente, calibrandola in un ruolo intensamente drammatico, che la rende scevra dal consunto archetipo di donna sexy, senza sottrarre nulla alla sua bellezza femminile.
Intorno a loro roteano una serie di bizzarri personaggi sullo stile del piu’ famoso Underground.
Si dilettano in balli e canti del luogo in alcune scene determinanti.
La musica costituisce elemento strutturale del film. Realizzata da Stribor Kusturica,il figlio di Emir e tutti i membri della “No Smoking Orkestra”.
Parte integrante del film e’ rappresentata anche dagli animali che assurgono alla figura del Genius come nelle popolazioni aborigene o che comunque sono messaggeri divini e vegliano fedeli sui loro protetti. Il falco e’ l’amico fedele di Kosta il lattaio.
Ed anche il serpente gode qui di una valenza peculiare. Si tratta ovviamente di animali professionalmente addestrati.
Questo è un film d’amore nel senso più alto. Kosta uomo solitario che a dorso di un asino porta il latte ai soldati, che si ripara dalle bombe con l’ombrello, è promesso sposo di Milena (Sloboda Micalovic), quando arriva “la Sposa” (Monica Bellucci), destinata a diventare moglie del fratello di Milena, niente sarà più lo stesso. L’incontro con la donna di suo cognato travolge Kosta e i due si innamorano perdutamente.
L’Amore scocca tra il lattaio e la promessa sposa italiana che ad un primo sguardo si riconoscono come spiriti simili, entrambi segnati a vita dalla vita. L’Amore e la forza dell’esistenza nonostante tutto, in barba agli uomini di morte ed alla stupidità umana.
Io sono Kosta. E tu chi sei?- dice il lattaio alla donna che dovrebbe andare sposa alcognato, e lei:- La ragazza che sono stata una volta e che non sono più. E Lui: - Lo stesso vale per me... non sono l'uomo che….E Lei:- Quale uomo?
- L'uomo che ero un tempo! E lei, con fare da presa in giro:- Non ti piacciono le donne.
Lui: Quali donne?
Lei: Siete tutti uguali.
Lui offeso:-Non siamo tutti uguali
Così Emir Kusturica narra il colpo di fulmine tra Kosta e la sposa italiana Emir ama le donne e le capisce.
L’impianto registico e’ notevole con tutta la sua densità visionaria, soprattutto nelle scene in cui la Bellucci nuota sott’acqua con una veste bianca che si impigliati in una rete a mò di sirena.
Il finale e’ molto simbolico e certamente drammatico, se non esprimiamo il coraggio di trovare un significato più ermetico alle umane vicende che viviamo. E vedere Kusturica, come sacerdote ortodosso che piange sulle pietre carsiche, consolato dal falco protettore, è certamente toccante.
Il soggetto è la sceneggiatura dello stesso Emir, sono densi di poesia. Nella trama anche il senso della perdita, da cui ripartire ancora una volta, nonostante la guerra, l’orrore, la morte. Non manca, soprattutto nella prima parte del film, un certo humour impiantato nella sofferenza, tipico di Kusturica.
Nella fattoria di Kosta, gli animali sono figure centrali:l’asinello, il falco e il serpente sono appieno titolo dei veri e propri personaggi e giocano un ruolo chiave dal punto di vista narrativo.
Nella prima parte il film riesce a trovare un equilibrio tra i vari elementi propri del suo cinema, nella seconda parte nel nonsense nel raccontare una sorta di caccia all’uomo.
Un cinema parallelo, musicale, colorato, simbolico, bislacco, sconclusionato, dove si gioca continuamente con la commedia social-sentimentale, dove si mescolano alla rinfusa risate e lacrime.
Alternando toni dark e di un certo sapore grottesco a quelli surreali e favolistici, On the milky road rincorre quel mito effimero dell’equilibrio tra leggerezza e pesantezza provando a raccontare, con tocco delicato, una storia d’amore tra due adulti contaminata dalle incursione terrificanti della guerra.
Si ride tanto, si piange tanto, si sogna. Questo è Cinema, questa è Arte
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