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Omicidi domestici in Veneto (2009/2011)

Omicidi domestici in Veneto (2009/2011)

Omicidi domestici in Veneto (2009/2011). Una ricerca promossa dalla Commissione regionale Pari opportunità

Venerdi, 04/05/2012 - “Il fenomeno degli omicidi domestici in Veneto nel triennio 2009-2011”.



Una ricerca, promossa dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotta dall’Osservatorio nazionale Violenza domestica, fotografa il quadro del Veneto. Presi in considerazione per la prima volta anche i tentativi di omicidio.





Sono 36 i casi di omicidio in ambito familiare e 48 quelli di tentato omicidio registrati in Veneto nel triennio 2009-2011; 39 le vittime per i primi e 53 per i secondi, che significa quasi una vittima di omicidio realizzato o mancato a settimana. Un fenomeno che anche in questi giorni riempie le pagine della cronaca nera.

Gli autori sono 37 uomini e 9 donne nel caso degli eventi di omicidio tentato, 27 maschi e 9 femmine nel caso di quelli compiuti. E le vittime (partner, figli, genitori…)? 31 le femmine e 22 i maschi ad aver subito un tentativo di uccisione; 28 femmine e 11 maschi sono, invece, stati uccisi da persona a loro legata da relazione parentale o affettiva.

Sono i dati presentati di recente della ricerca promossa dalla Commissione regionale Pari opportunità del Veneto e condotta dall’Osservatorio nazionale Violenza domestica (Onvd). Il lavoro, intitolato appunto “Il fenomeno degli omicidi domestici in Veneto nel triennio 2009-2011”, ha inteso fotografare il fenomeno per cercare di comprendere in che modo sia possibile contrastarlo con efficacia. È la prima indagine, sia in Veneto che a livello nazionale, a prendere in considerazione anche i casi di tentato omicidio. Oltre al rilievo qualitativo e quantitativo, si è voluto anche offrire una lettura interpretativa del fenomeno. E poiché il sistema giudiziario italiano non distingue gli uxoricidi, o più in generale i femminicidi, dagli altri omicidi - sottraendo così dati e informazioni importanti per la prevenzione del fenomeno -, l’indagine è partita dalla valutazione dei fatti di cronaca ripresi dai media, incrociati con dati giudiziari.

Se si guarda all’anno passato, nei primi sei mesi del 2011 sono ben 1224 sul territorio regionale i casi di violenza domestica: 1174 gli autori e quasi 1500 le vittime dirette o della cosiddetta “violenza assistita”. Nel 2011 si registra pure l’impennata dei tentati omicidi, che toccano quota 23, rispetto ai 13 del 2009 e agli 11 del 2010. Nel corso del triennio indagato, invece, si riscontra una flessione degli omicidi: 14 nel 2009, 12 nel 2010 e infine 10 nel 2011.

Ma chi è l’autore di questi eventi efferati? Per lo più è una persona conosciuta alla vittima: nel 45,6% dei casi il contesto è quello del rapporto di coppia (matrimonio, convivenza, fidanzamento); nell’8,7% la mano è quella dell’ex, e per ben il 26% è lo scontro tra genitori e figli a portare al gesto estremo. Ma dove si uccide di più? Nel 73% dei casi nei centri piccoli e medio piccoli delle province, solo una minoranza (il 27%) nelle città capoluogo. In provincia di Venezia si riscontra il numero più elevato di omicidi nei tre anni, ossia 10 casi; seguono Verona (8), Treviso (7), Padova (6), Vicenza (3), infine Rovigo (2) e Belluno (1). Vicenza e Verona, invece, detengono la maglia nera dei tentati omicidi, rispettivamente 13 e 12; vengono poi Padova (9), Venezia (8), Treviso (3), Rovigo (2) e Belluno (1).

È la primavera la stagione che registra la maggiore incidenza di omicidi o tentati omicidi (31%), giugno il mese con la massima concentrazione (12 casi, 14,2%) e il giorno della settimana è il mercoledì con il 22,8%.

Riguardo all’età, le vittime sono per lo più appartenenti alla fascia dei minori e a quella degli anziani (ultra65enni). L’età media è complessivamente più bassa per gli autori rispetto a quella delle loro vittime, vittime che trovano la massima concentrazione nella fascia dai 31 ai 40 anni, la stessa in cui si riscontra la massima incidenza degli omicidi. L’età media delle donne vittime di violenza è 43,9 anni, mentre degli uomini vittime scende a 37,2. Le donne autrici hanno in media 42,9 anni e gli uomini 46,7.

Emerge anche una differenza “socioeconomica” tra vittime e autori, questi ultimi appartenenti alla fascia forte anche sotto l’aspetto produttivo.

Le vittime sono in maggioranza italiane, ma si riscontra anche una rilevante presenza di vittime straniere (22,6%). Non italiani sono pure il 36,1%, degli autori dei tentati omicidi, il 19,4 degli autori degli omicidi e l’11,1% delle vittime.

Quale l’arma usata nel delitto? A prevalere sono le armi da taglio (41,6% dei casi) seguite dalle armi da fuoco (17,7%).

Un tratto comune ai fatti presi in considerazione dalla ricerca è la patologia mentale dell’autore (in particolare aspetti depressivi e paranoidi), che tocca ben il 41,6% per i soli casi di omicidio. Anche l’abuso alcolico ha un’incidenza rilevante, raggiunge infatti quota 13%.

È la gelosia la motivazione prevalente (oltre il 20%) degli omicidi e dei tentati omicidi; la separazione (già presente o in corso) influisce considerevolmente, costituendo la spinta all’evento omicida in oltre il 20% dei casi, molti dei quali vedono autori gli uomini. Infine, un ruolo non trascurabile (10,7%) sembra giocare il fattore economico.

«Le notizie riportate dai media ci chiedono di non trascurare l’ambiente domestico come luogo di violenza, anche qui, nella nostra regione, che per cultura, economia, attività sociali e di volontariato è tra le prime in Italia» dice Simonetta Tregnago, presidente della Commissione per la realizzazione delle Pari opportunità tra uomo e donna della Regione del Veneto. «Crediamo che questa ricerca possa contribuire a richiamare l’attenzione di tutti noi - di chi governa e amministra, di chi vive le politiche sociali, soprattutto di chi fa prevenzione sul territorio -, sui segnali di allarme e anche sulla solitudine e sull’abbandono di chi vive difficoltà in famiglia. Una famiglia, cardine della nostra struttura sociale, che oggi fatica nell’adattarsi ai tanti cambiamenti che la circondano e la attraversano, non da ultima la crisi: tutti fattori che possono sconvolgere soggetti deboli o soli, incapaci di reagire in modo positivo alle tensioni».

«La nostra continua ricerca sui temi - mette in evidenza Marina Bacciconi, responsabile dell’Onvd - è sollecitata dall’interesse via via cresciuto verso il fenomeno della violenza in ambito familiare, nonché dalla carenza di informazioni complessive e compiute e perciò dalla difficoltà di fondare la lettura critica dell’aspetto “più estremo” della violenza». «Viviamo una realtà culturale e sociale sempre più in rapido mutamento - continua - e, in parte, sempre più ambivalente e connotata da ipocrisia, insomma “in mezzo al guado” tra una sponda dove permangono “antichi” valori e gerarchie “superate” e una dove ancora tutto è da costruire, da ordinare. Non vogliamo attribuire esclusivamente all’oggi, alle sue caratteristiche né la violenza familiare nel suo complesso, né le uccisioni che in questo contesto si concretizzano. La violenza in famiglia di certo, pur sotto altre forme e con altre connotazioni, esiste con l’esistere dell’uomo, forse parte costitutiva dell’aspetto dolente dell’umanità».

Per prevenire il fenomeno della violenza in Veneto è in programma quest’anno un’altra ricerca targata Commissione regionale Pari Opportunità e Onvd: il focus questa volta saranno gli autori di tali brutalità. Il progetto pilota si svolgerà proprio in alcune case circondariali della regione con lo scopo di effettuare una mappatura/analisi della popolazione carceraria in regime detentivo o alternativo, individuando i soggetti condannati per i reati connessi a violenza domestica.

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