Partire dagli episodi recenti di violenza sessuata per contribuire a generare empatia e solidarietà tra donne.
Martedi, 12/09/2017 - Fatti di cronaca recente, relativi ad episodi di violenza sessuale, hanno indotto a puntare una particolare attenzione sugli stupri. I media hanno indubbiamente fatto la propria parte nella loro narrazione e conseguente valutazione, con una specifica distinzione a seconda delle linee editoriali di ogni singola testata. Eh, sì, perché la violenza di genere può essere letta diversamente a seconda dell’obiettivo particolare a cui si vuole pervenire. Così se di base si è anti-immigrati, per esemplificare, lo stupro di Rimini servirà a corroborare le proprie tesi e a cercare nuove adesioni ad essa. Vicende tragiche riguardanti il corpo delle donne, la loro dignità, la loro stessa vita, vengono commentate conseguentemente anche sui social, a seconda delle lenti della partigianeria politica di volta in volta indossate. In pieno dispregio di fatti laceranti, capaci di mettere in serio pericolo l’equilibrio psico-fisico della sopravvissuta alla violenza sessuale, ci si erge a censori, emanando sentenze che poco avranno a che fare con i concreti bisogni della donna violentata ma molto, invece, con gli interessi di chi diviene giudice dei fatti di vita altrui, senza averne ruoli, competenze e capacità.
Lascia un Commento