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Oltre i quesiti referendari

Oltre i quesiti referendari

Procreazione assistita/ Dopo il 12 e 13 giugno - Le tre questioni che saranno da porre all’attenzione del dibattito politico

Antonella Cantaro Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2005

Mentre cresce a Roma e nel Lazio la mobilitazione per i referendum del 12 e 13 giugno per abrogare le parti peggiori della legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita, molta parte del dibattito è anche dedicata alla libertà della ricerca scientifica, alla dignità dell’esercizio della medicina e al corretto rapporto fra medico e paziente.
Vorrei mettere in evidenza tre questioni che anche dopo il 13 giugno dovremo porre all’attenzione del dibattito politico.
Primo - La maternità è un evento intimo che riguarda la vita privata della donna e della coppia e contemporaneamente sono rilevantissime le influenze e le conseguenze pubbliche sulle e delle milioni di scelte private. La maternità è questione politica e non solo questione sociale attinente alla sfera del welfare. E’ diritto umano, riguarda contemporaneamente il privato ed il pubblico e di ciò deve tenere conto il programma di governo che l’Unione sta costruendo.
Secondo - Una questione che il centro sinistra deve approfondire riguarda il valore ed il significato della vita e della persona. Nel Lazio ne abbiamo discusso in occasione dell’adozione del nuovo Statuto regionale che all’Art. 6, (Diritti e valori fondamentali), dichiara che la Regione riconosce “il primato della persona e della vita”. Questa parte dell’articolo è il risultato della mediazione rispetto alla prima proposta che conteneva il concetto di tutela della vita fin dal concepimento. L’articolo 1 della legge 40, nella parte che equipara i diritti di tutti i soggetti coinvolti nella fecondazione assistita, incluso il concepito, partecipa della stessa impostazione ideologica. Nel corso del dibattito fra le donne dell’Unione, anche da parte cattolica è stato criticato l’uso della parola primato, concetto individualista e gerarchico mentre l’idea di vita e di persona debbono avere le caratteristiche della centralità e della relazione con gli altri. Il nuovo Consiglio regionale del Lazio, nel quale siedono tra l’altro per la prima volta numerose donne, nel corso della legislatura dovrà affrontare questa questione riformando la normativa prodotta in questi anni dal centrodestra e profondamente segnata da questa scorretta impostazione ideologica. Ma il dibattito su questa questione non dovrà svolgersi solo in sede istituzionale, dovrà coinvolgere tutto il mondo politico e sociale del Lazio.
Infine, il dibattito sul referendum sta offrendo a molte persone l’opportunità di confrontarsi con i problemi etici posti dalle nuovissime opportunità offerte dalla ricerca scientifica. Sono questioni che riguarderanno sempre di più tutte e tutti e di fronte alle quali la sinistra, che è progressista, deve compiere uno sforzo in più nell’offrire a tutti pari opportunità di conoscenza.
Il diritto e la facilità di accesso al sapere sarà un’ importante questione democratica per il nostro paese, una grande sfida per le donne e per la sinistra.

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