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Olina Francova, artista con approccio olistico

Olina Francova, artista con approccio olistico

Il fascino di sagome di donne e delle figure antropomorfe, tutte realizzate in ferro...

Venerdi, 05/07/2024 - Ho incontrato per la prima volta l’opera di Olina Francova nell’'Hortus Esperides'' il giardino di Anja Soudakova e di Paolo Ricci a Rocca Susella nell’Oltrepo Pavese..
Mi hanno affascinata le sagome di donne e le figure antropomorfe, tutte realizzate in ferro.



Ho quindi contattaro Olina chiedendole chiarimenti sulla sua formazione e attività Artistica. Olina, che ha studiato arti grafiche all'Accademia di Belle Arti di Praga, è figlia d’arte. Suo padre, Miroslav J. Černý, era grafico, pittore e scultore. Dopo il diploma Olina si è dedicata alla scultura di grande formato in ferro saldato e smaltato. Olina mi ha raccontato, di aver fondato all'inizio degli anni Novanta il gruppo artistico femminile Koza Nostra (Magdalena Cubrová, Olina Franco e Alexandra Horová). La motivazione per lavorare insieme è venuta principalmente dall'amicizia delle tre artiste e dal senso dell’ironia che le univa.
‘’Allo stesso tempo’’ testimonia Olina ‘’ si trattava anche di una forma di sostegno reciproco in un ambiente e in un’epoca in cui non c’erano molte opportunità espositive per le artiste e i gruppi artistici erano tradizionalmente formati da uomini che non erano troppo disposti a invitare colleghe. Appartenevamo alla generazione che definiva l'arte femminile artisticamente scadente o kitsch. Un progetto del nostro gruppo il cui scopo era di raccogliere fondi per acquistareun mammografo(uno dei primi in Cecoslovachia)e consentire così alle donne di prevenire meglio il cancro al seno aveva suscitato l'interesse del grande pubblico. Avevamo realizzato nove sculture-oggettiche fungevano da da cassa in cui la gente poteva mettere il denaro e le avevamo collocatebene in vista in vari luoghi del centro di Praga. Con l'aiuto di altri collaboratori, siamo riuscite a raccogliere 2.000.000 di corone ceche e ad acquistare una mammografia. Così facendo, però, abbiamo aizzato il pubblico professionale gli uni contro gli altri a tal punto che non abbiamo più avuto la possibilità di esporre le nostre opere insieme e abbiamo iniziato a esporle separatamente. Quest'anno ricorrono 33 anni da quando si è tenuta la grande mostra del gruppo Koza Nostra nella galleria Fronta di Praga, quindi abbiamo provato a presentare nuovamente domanda per una mostra congiunta. Sarà interessante per noi comprendere se il sentire comune sia cambiato a questo riguardo.
Dopo essere tornata da un simposio di arte contemporanea in Colombia, ho iniziato a realizzare collage di grande formato, che ho chiamato Figurllage .



E’ un progetto su interessanti donne ceche nate nel 19° secolo. Mi sono concentrata sui loro destini. Con la loro volontà e il loro desiderio hanno conquistato per noi ciò che oggi può sembrare ovvio: la libertà di decisione nelle questioni di vita, la scelta del partner, la professione e il diritto di voto. Se fossero sopravvissute le loro proprietà sarebbero state nazionalizzate, i loro talenti spezzati e i loro destini cancellati dalla memoria della nazione ceca. Vorrei che non venissero dimenticate‘’.


Tra loro Anuše Kejřová, cuoca, insegnante e scrittrice, ha fondato la prima scuola di cucina per ragazze. Ha pubblicato diversi libri di cucina, il più famoso dei quali è il Thrifty Cookbook, che ha pubblicato nel 1905. Barbora Markéta Eliášová, una viaggiatrice ceca che ha fatto il giro del mondo 4 volte. È stata cresciuta come orfana a spese municipali. Un insegnante locale ha notato il suo talento e l'ha incoraggiata nella sua educazione. È diventata insegnante. Ha vissuto in Giappone per diversi anni. Vlasta Havelková. Collezionista di ricami della Moravia, soprannominata la "nonna dell'etnografia nazionale". Si è dedicata in particolare alla ricerca del ricamo e dell'ornamento nell'arte slava. Ha partecipato allo smistamento delle collezioni etnografiche e alla costruzione del Museo Etnografico a Praga fondato nel 1906.



Il lavoro artistico di Olina Francova mi ha ricordato le immagini delle marionette del National Marionette Theatre Prague Czech Republic e le bamboline di carta che anni fa ci divertivano a vestire con abiti da sovrapporre e da fissare piegando delle linguette.



Credo che Olina abbia, scientemente o attraverso l’inconscio, fatto riferimento a queste esperienze riproponendole in modo tale da costituire un riferimento simbolico, e quindi politico, del genere femminile restituendo valore a competenze e saperi di donne.
 

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