Tabù - "Bisogna tornare a casa, dove tutto, non dubitate, sarà ancora più falso che qui" Jean Genet, “Il balcone”
Emanuela Irace Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2007
Le donne nascono con una ferita. Il segno della femminilità ha quel simbolo. Nasciamo con un’apertura. Un’immagine cui affidiamo il potere di orientare la nostra parte più emotiva. Volendo o no, i maschi ricevono colpi. Si ammaccano. Cadono a pezzi. Noi ci feriamo, perché la nostra carne è già aperta. La comunicazione viaggia seguendo il binario della cultura e del consenso sulle stesse regole del gioco. Essere leali può significare anche mentire, se il canone della comunicazione tra sessi, o all’interno della stessa famiglia, veste il gioco delle parti nel respiro amichevole di chi non vuole far soffrire l’altro, presentandosi come non è o come non è più. Ci vuole forza e coraggio per vivere l’incantesimo della durata, quella invocata da Mussolini per il suo partito, quella cercata dai politici che non cedono potere, quella tessuta dalle donne che non rinunciano al proprio ruolo di mogli e madri certe che il non agire e il non volere facciano cedere ogni porta. Ci vuole un atto di fede per durare e c’è chi lo chiama amore, oppure nevrosi, dipendenza, complementarietà. Rapporti apparentemente sani, nutriti dall’illusione che tutto rimanga così com’era, cristallizzando le relazioni in un bozzolo, come l’incantesimo delle favole. E’ l’essenza della società. Senza non ci sarebbe associazione né famiglia. Non ci sarebbe vita organizzata e l’amore diverrebbe un paradosso. “Similia similibus curantur”. Dice la massima di Ippocrate: “Le cose simili sono curate da cose simili”. Ce lo insegna l’omeopatia. Il catrame sotto i piedi che togliamo con un batuffolo d’olio. L’acqua che beviamo per eliminare quella trattenuta dai tessuti. E’ il principio di ogni vaccinazione. E’ la regola dell’incontro. Non si dà amore senza sofferenza e ogni ferita ha bisogno di uno specchio, per essere curata.
La forma è una cicatrice rosa. Un ricordo o un marchio. Per molte un segno di potere e di guadagno. per i maschi una apertura misteriosa. Un segno.
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