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Oggi Pensionate ieri Partigiane

Oggi Pensionate ieri Partigiane

Cultura/ Spi-Cgil - Tra le numerose le iniziative in vista dei cento anni della CGIL, un video è stato presentato a Torino di recente

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2005

Il video “Non mi arrendo, non mi arrendo”, curato dalla regista Adonella Marena, riprende i momenti più salienti dell’omonimo spettacolo teatrale, andato in scena, con grande successo, lo scorso aprile al Teatro Carignano di Torino. Sarà in distribuzione appena avremo tutti i permessi necessari alla sua riproduzione. Il progetto teatrale è stato promosso dalle donne del Sindacato pensionati (SPI) e realizzato con patrocinio ed il contributo del Comune e della Provincia di Torino, per ricordare il ruolo delle donne nella lotta di Liberazione.
Sono entrate in scena con le biciclette, scampanellando, sulle note di “Bella ciao”, le protagoniste dello spettacolo, oltre cinquanta, giovani e meno giovani. Ed è stata subito una grande emozione!
Lo spettacolo ha riscosso larghi consensi tra gli insegnanti e tra i numerosi studenti di scuole elementari, medie e superiori, che hanno assistito alle rappresentazioni. La produzione del video è anche un modo per rispondere alle tante sollecitazioni che ci sono pervenute a divulgare tra i giovani l’iniziativa, ritenuta molto efficace nel coinvolgere ed emozionare i giovani.
Il progetto teatrale sulla Memoria si è articolato attraverso cinque laboratori, in altrettanti Comuni della nostra provincia. Ciascuno di essi ha prodotto un proprio autonomo lavoro e l’evento finale è stato il risultato della rielaborazione di tutte le rappresentazioni. L’intero progetto, dalla conduzione dei laboratori alla realizzazione degli spettacoli, è stato curato da quattro brave professioniste, Gabriella Bordin, Mariella Fabbris, Rosanna Rabezzana ed Elena Ruzza che hanno dato in questo lavoro il massimo delle loro competenze ma anche dei loro sentimenti e passione politica, riuscendo così a far superare a tutte le donne il timore di non farcela, tanto che sul palco sembravano tutte delle attrici nate!
I testi si sono imbastiti utilizzando soprattutto le testimonianze legate ai singoli territori per coinvolgere di più le rispettive comunità e rendere più partecipi ed incuriosire coloro che non hanno vissuto quelle esperienze.
Ai laboratori, insieme alle partigiane, hanno partecipato donne più giovani che di quegli anni hanno ricordi forti di bambine. Accanto ad esse si sono ritrovate donne nate dopo la guerra, ed altre ancora giovanissime studentesse. E tra tutte, ma in particolare tra le più giovani e le anziane partigiane, si è creata una grande comunicazione affettiva, che si palpava anche durante lo spettacolo, in quel tenersi per mano mentre recitavano, che ha fatto brillare gli occhi di emozione al pubblico. Le partigiane si sono sentite ricordate e riconosciute e questo le ha rese felici. Per qualcuna era la prima volta che veniva nominata! Il lavoro ha richiesto impegno e fatica ma nonostante questo tutte si sono coinvolte con grande generosità, si sono divertite e, in qualche caso, rimotivate all’attività sindacale e politica. E’ stata un’iniziativa di forte impatto emotivo e di grande visibilità delle donne e di questo ne siamo tutte quante molto orgogliose.
Il progetto teatrale proseguirà, sempre attraverso il lavoro dei laboratori, fino alla primavera 2006, anno in cui ricorre il centenario della Cgil, per produrre un altro evento teatrale, dedicato al ruolo delle donne nelle lotte per la conquista dei diritti sociali e civili. Dopo il successo della prima parte ci sentiamo una grande responsabilità, ma l’entusiasmo è tale che fa ben sperare. Anche questa volta si lavorerà coinvolgendo direttamente, sulla scena e nella costruzione del testo, le donne protagoniste della conquista dei diritti e le giovani che, oggi, si confrontano con il nuovo mercato del lavoro.
Ci proponiamo di raccontare un pezzo della nostra storia recente dal punto di vista delle donne, facendo emergere aspetti, modalità, contenuti e pratiche spesso assenti dal racconto della “grande storia”. Oggi che di nuovo si riducono diritti e spazi di libertà, in particolare per le donne, ci sembra importante lavorare per riallacciare un filo, una comunicazione tra generazioni e contribuire così a rendere le giovani più consapevoli della storia passata, per non rassegnarsi e non arrendersi.
A cura di E. Ribichini




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