Mercoledi, 16/08/2023 - È strano che proprio nel giorno di Ferragosto, ci si fermi ad ascoltare una canzone così struggente e nello stesso tempo vera. "Estate" (originariamente "Odio l'estate") il brano musicale del 1960 cantato da Bruno Martino e da lui stesso composto, con testo di Bruno Brighetti. Tante le versioni jazzate e in new bossa, comprese quelle cantate presso l’osteria di Monacizzo con una atmosfera favorita dagli ocra dei lampioncini, con la condivisione allegra di cibo e di amicizia.
Eppure intoniamo accompagnati dall’armonica “Odio l’estate”, e intorno si crea silenzio, perché quando una canzone è un’opera d’arte, un perfetto mix tra note e parole in libertà che incontrandosi creano poesia, allora il mondo si ferma ad ascoltare.
Odio l'estate
Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore
L'estate che ha creato il nostro amore
Per farmi poi morire di dolor
Tornerà un altro inverno
Cadranno mille petali di rose
La neve coprirà tutte le cose
E il cuore un po' di pace troverà
Quando si ama i colori diventano più accesi, brillanti e se ci troviamo in estate l’esaltazione è moltiplicata. Ma se l’amore finisce, come una risacca riprende tutto con sé e porta via. E allora il poeta spera che arrivi l’inverno, almeno partecipa alla caduta delle rose, al grigio dei tetti delle case, alla neve che coprirà tutte le cose.
E le parole entrano a una a una nella nostra pelle, fanno vibrare i sensi, fanno danzare sincope e semitoni, mentre trillano i drink sapientemente preparati da Riccardo e Erika. E il sorriso di Margherita si affaccia dalla porticina facendoci comprendere che abbiamo superato la mezzanotte. E’ ora di andare.
Odio l’estate
Odio l’estate.
Elena Manigrasso
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