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Occupazione femminile: il Programma-Obiettivo  - di Alice Casali

Occupazione femminile: il Programma-Obiettivo - di Alice Casali

Incremento e qualificazione dell’occupazione delle donne, superamento delle disparità salariali e nei percorsi di carriera, sviluppo di imprese femminili sono alcuni degli obiettivi della nuova norma. Intervista a Santina Giorgio, vicepresidente CNPO

Mercoledi, 21/07/2010 - Sulla Gazzetta Ufficiale n.159 del 10 luglio 2010 è stato pubblicato il Programma-Obiettivo per l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile, per il superamento delle disparità salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili per la creazione di progetti integrati di rete (ex legge 125/91). L'obbligo di formulare un programma obiettivo è stato demandato dalla legge alla vicepresidente del Comitato nazionale di Parità.

L’attuale vicepresidente - il presidente è per legge il Ministro del Lavoro - è Santina Giorgio. Rappresentante dell’Organizzazione sindacale CISL, Giorgio è laureata in Scienza della Formazione. Esperta nelle Organizzazioni del Terzo Settore e in Progettazione della UE. Funzionaria dell’INPS, ha seguito l’attuazione delle normative in materia di Previdenza complementare con particolare riguardo alle specificità di genere. Attualmente, presso il CIV (Consiglio di Indirizzo e Vigilanza) dell’INPS si occupa delle linee di attuazione del Decreto legislativo n.150/2009, relativamente alle “Nuove Prassi e Politiche di Conciliazione in materia di Pari Opportunità” nelle Amministrazioni Pubbliche.

A Santina chiediamo di illustrare per le lettrici ed i lettori di 'noidonne' le novità che quest’anno sono contenute nel Programma-Obiettivo.

"Il Programma Obiettivo del 2010 ha mantenuto i 5 punti già contemplati, nei precedenti interventi, con l’attenzione però, di rimodulandoli sulle esigenze e le innovazioni intervenute nel mercato del lavoro, in questo ultimo periodo.

Particolare attenzione è stata quindi riservata alle giovani, al reinserimento delle lavoratrici in Cassa integrazione,alla stabilizzazione della situazione occupazionale, alle over 45, alle immigrate. Per la valutazione dei livelli di attuazione delle politiche di pari opportunità e la conseguente modifica dei modelli organizzativi è stata introdotta la “certificazione di genere” e le azioni di sistema mirate all’eliminazione delle disparità di genere dovranno tener conto della strategia di Lisbona, del Piano Italia 2020 e della 'Carta delle Pari Opportunità'. Con il decreto legislativo n.5/2010 il nostro Governo ha recepito la direttiva comunitaria n.54/2006/CE in materia di pari opportunità e tale decreto, ha previsto , tra gli altri compiti del Comitato lo sviluppo di misure per il reinserimento della donna lavoratrice dopo la maternità, la diffusione del part-time e degli altri strumenti di flessibilità a livello aziendale che consentano una migliore conciliazione tra la vita lavorativa e impegni familiari e questa delega ha trovato la giusta attuazione nel Programma Obiettivo 2010.

La conciliazione è sicuramente un tema molto dibattuto negli ultimi tempi e può diventare un valido aiuto per migliorare le condizioni di vita di molti lavoratori, in particolare delle donne, che devono distribuire il loro tempo tra lavoro, figli, famiglia, lavoro di cura.

Proprio il doppio carico di lavoro non pagato, all’interno delle famiglie, gli insufficienti supporti dei servizi,sono una delle ragioni del declino dei livelli di natalità e una delle maggiori barriere alla piena partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Il Comitato Nazionale di Parità, chiamato ad impegnarsi su questi temi, e ad emanare delle linee guida che tenessero conto dei cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro, ha accettato la sfida individuando settori emergenti e prevedendo anche la promozione di quei progetti azioni positive che, tra le varie azioni, incideranno sui tempi delle città".



Quali sono le novità salienti rispetto ai settori economici di possibile sviluppo delle Azioni Positive che si potranno finanziare per il prossimo anno?

Accanto allo sviluppo dei servizi alla persona e anche alle imprese, particolarmente cruciale sarà, nei prossimi anni, il tema delle energie rinnovabili. Studi specifici evidenziano forti opportunità di investimento nella produzione e sviluppo di tecnologie, in particolare solare ed eolica, con la prospettiva di nuove possibilità di impiego in questi settori. Proprio per questo il P.O. del 2010 vuole promuovere iniziative significative nella Green Economy, e questo significa anche assicurare pari opportunità di accesso di percorsi di formazione e riqualificazione professionale adeguati alle nuove esigenze del mercato del lavoro e ai nuovi skill richiesti dal mercato.



La crisi economica, la necessità di ridurre la spesa pubblica come inciderà sulle risorse destinate a finanziare le azoni positive nel prossimo anno?

Sappiamo che la crisi economica che sta interessando il mondo intero influenza anche le scelte dei singoli Stati, le priorità e i finanziamenti di molti settori. Ad oggi non siamo ancora in grado di quantificare lo stanziamento previsto per i capitoli di spesa riferiti al funzionamento del Comitato e al sovvenzionamento dei Progetti azioni positive.

Tenuto conto delle risorse che saranno a disposizione e per poter soddisfare un maggior numero di proposte abbiamo voluto, per la prima volta, dare un indicazione sul tetto massimo di finanziamento per progetto di 200.000,00 euro.

Ma uno sguardo al panorama internazionale mi conforta è infatti di questi giorni la notizia dell’istituzione presso l’ONU di “UN WOMEN”, la nuova Entità per l’uguaglianza di genere e l’avanzamento delle donne che sarà operativa dal gennaio del 2011 a New York, a sostegno delle iniziative dei vari Paesi a favore della popolazione femminile, con uno stanziamento iniziale per il suo funzionamento d 500 milioni di dollari. Sicuramente un passo in avanti nella promozione di una prospettiva di genere (mainstreaming) e dei diritti delle donne. Anche l’Europa sta rafforzando la Roadmap europea per l’uguaglianza tra donne e uomini combinando iniziative specifiche tra donne e uomini in tutte le politiche e le attività della comunità. Anzi la UE sta facendo molto di più, sta pensando a multe più pesanti per quei Paesi che disattendono norme e sentenze europee, anche in materia di Pari Opportunità e si appresta a proporre in settimana un pacchetto di interventi per stimolare gli Stati membri a rispettare di più il diritto comunitario.

E’ l’occasione giusta per il nostro Paese per dimostrare di essere al passo con i tempi. Altrimenti…… non ci resta che l’ONU ….!



Cosa pensi dell’organismo che presiedi, lo ritieni superato, visto che ormai conta quasi vent’anni di vita, o pensi che sia ancora utile per le lavoratrici e le donne del nostro Paese?

Con il decreto legislativo n.5/2010 che ha recepito la direttiva comunitaria n.54/2006/CE in materia di pari opportunità si è di fatto provveduto a rafforzare il ruolo del Comitato Nazionale di Parità e degli altri organismi operanti in materia nel nostro Paese, dimostrando in tal modo una precisa volontà e dando evidentemente un giudizio positivo sul suo ruolo.

Sono state previste significative integrazioni tra i componenti del Comitato e una maggiore incisività nell’azione.

Ritengo che a tutt’oggi sia più che valida la legge 125/91 che per prima introdusse le “azioni positive” nel nostro ordinamento, delegando, nell’ambito della propria competenza, il Comitato Nazionale di Parità, alla rimozione delle discriminazioni e di ogni altro ostacolo che di fatto impediscono l’uguaglianza tra uomo/donna nel mondo del lavoro.



Alice Casali

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