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Occorre un'agenda digitale per le donne

Occorre un'agenda digitale per le donne

Well_B_Lab - La ICT (Information and Communication Technology) è una grande opportunità, ma la politica non la 'vede'

Giovanna Badalassi Lunedi, 31/03/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2014

Le donne rappresentano un segmento di mercato emergente per le ICT (Information and Communication Technology). Mentre le multinazionali propongono prodotti e servizi destinati ad un pubblico femminile e cercano di promuovere una maggiore presenza di donne tra le loro forze lavoro, la politica non ‘vede’ questa opportunità e i vantaggi economici e sociali correlati. Occorrono strategie specifiche nella formazione, nel lavoro, nella ricerca e nella conciliazione. Occorre un’Agenda digitale per le donne



Tra i comparti economici strategici per la crescita e lo sviluppo economico un’attenzione particolare va dedicata all’Agenda Digitale e all’ICT (Information and Communication Technology), che rappresenta un importante fattore di innovazione. A livello europeo (1)  questo comparto valeva infatti 498 miliardi di Euro nel 2010, l’equivalente del 4,1% del PIL dell’Unione Europea (EU27), con importanti prospettive di crescita per i prossimi anni. Anche in questo settore l’Italia deve però recuperare un forte ritardo, partendo in svantaggio dalla 50a posizione tra 144 paesi di tutto il mondo per capacità competitiva nell’ICT (NRI Index 2013 ) (2). Tra le strategie che devono andare a comporre l’Agenda digitale è indispensabile una particolare attenzione al ruolo delle donne nell’ICT. Le donne, si sa, non hanno storicamente avuto un gran feeling con la tecnologia, anche se è stato ampiamente dimostrato che il gap non è certo dovuto a caratteristiche biologiche, quanto a modelli educativi stereotipati che ne hanno condizionato le scelte formative e professionali. La crescita progressiva di donne tra i consumatori di prodotti legati all’ICT, che si è comunque verificata negli ultimi anni non ha ancora colmato il gap di genere: a livello globale un report dell’ONU (3)  ha stimato che vi sono al mondo 200 milioni di donne utenti di ICT in meno rispetto agli uomini. Questa differenza viene interpretata nelle strategie di marketing dell’ICT come un potenziale segmento di mercato in crescita, con delle ricadute significative sull’economia complessiva: è stato infatti stimato che ogni 10% di aumento di accessi a internet produce una crescita dell’1,38% del PIL. Questa prospettiva è tanto più valida per l’Italia, che sconta ancora un numero molto basso di utenti di Internet rispetto alla media europea (siamo i quart’ultimi) con un importante gap di genere(4) : il 54,1% degli uomini in Italia sono utenti di ITC, contro il 43,6% delle donne (2009) (5).

Per alimentare un mercato di ICT più femminilizzato bisogna però aumentare la presenza di donne occupate nell’ICT, che siano in grado di offrire un proprio contributo specifico alla creazione di prodotti e progetti ad esse destinate. A livello globale la decisione di spesa delle donne arriva quasi all’80% del totale, eppure il mercato del lavoro nell’ICT è ancora fortemente mascolinizzato: il 90% dei prodotti tecnologici sono ideati e progettati da uomini, mentre un’indagine della UE(7)  ha rilevato che solo il 30% dei circa 7 milioni di occupati nel settore ICT della UE sono donne. Questa situazione fa perdere importanti opportunità: se si raggiungesse la parità di genere tra donne e uomini tra gli occupati dell’ICT si otterrebbe infatti a livello europeo un incremento del PIL di 9 miliardi di Euro, con un significativo vantaggio anche per le imprese. È stato infatti stimato che le aziende che hanno più donne nel loro management conseguono un ROE (Return on Equity) più alto del 35%, e un ritorno economico per gli azionisti più alto del 34% rispetto alle aziende non impegnate nel diversity management. C’è però anche un problema di formazione che limita l’inserimento di donne nel mercato del lavoro dell’ICT: nella UE ci sono solo 29 laureate in informatica ogni 1000, (95/1000 sono invece gli uomini), e di queste solo 4 finiscono a lavorare nel settore. Questa situazione vale anche per l’Italia, dove le donne sono particolarmente sottorappresentate: una ricerca(8)  del 2007 ha rilevato come la percentuale di professioniste in questo ambito sia pari al 14,10% del totale.

Considerando la situazione in Italia per colmare il gap di genere nell’ICT occorrono politiche mirate nell’Istruzione e nella formazione, nella ricerca, nella conciliazione familiare e lavorativa. Ancora una volta si dimostra quindi con chiarezza quanto ogni strategia di rilancio della competitività del paese debba necessariamente passare attraverso una chiara visione di genere, che valorizzi i numerosi talenti femminili inespressi e ne sappia cogliere le enormi potenzialità di crescita economica e sociale. Ad oggi, escludendo i progetti finanziati dall’Europa, non si rileva a livello di amministrazione pubblica un impegno politico e un investimento specifico per una maggiore presenza di donne nell’ICT, se non in estemporanee progettualità specifiche spesso territoriali, di corto respiro e di breve durata. A quando un’Agenda digitale per le donne?



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NOTE

[1]Fonte: Net!Works White Paper on”Economic impact of the ICT sector”, Ottobre 2012 http://www.networks-etp.eu/fileadmin/user_upload/Publications/Position_White_Papers/Net_Works_White_Paper_on_economic_impact_final.pdf


[2]Fonte: World Economic Forum “The Global Information Technology Report 2013” ISBN-10: 92-95044-77-0


ISBN-13: 978-92-95044-77-7 . http://www.weforum.org/issues/global-information-technology/index.html


[3]Fonte: the Broadband Commission Working Group on Broadband and Gender of the United Nations ‘Doubling Digital Opportunities: Enhancing the Inclusion of Women & Girls in the Information Society’,http://www.broadbandcommission.org/documents/working-groups/bb-doubling-digital-2013.pdf


[4]http://www.lastampa.it/Page/Id/1.1.401523709http://www.itu.int/en/ITU-D/Statistics/Documents/publications/mis2013/MIS2013_without_Annex_4.pdf


[5]Fonte: International Telecommunication Union, ITC Statistics by gender, http://www.itu.int/ITU-D/ict/statistics/Gender/

[6]Fonte: Vice President NeelieKroes, Commissioner of the DigitalAgendahttp://www.womenandtechnology.eu/digitalcity/projects/w4ict/homepage.jsp?dom=BAAFKZBU&prt=BAAFKZBW&men=BAAFLAGW&fmn=BAAFLAGK


[7]Fonte: http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/women-ict Women active in the ICT sector - ISBN 978-92-79-32373-7


http://www.west-info.eu/files/EU-Commission-Women-active-in-the-ICT-sector-20131.pdf


[8] Fonte: Bellini, R., Il Sistema delle competenze ICT italiane a confronto con quelle spagnole e francesi, AICA Report, Milano,


2007 - http://www.aicanet.it/soci/i-documenti-del-cantiere/sistema-competenze-italiane-spagnole





Giovanna Badalassi, Well_B_Lab*

giovanna.badalassi@wellblab.it

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