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Obiettivo: salute riproduttiva

Obiettivo: salute riproduttiva

Convegno Nazionale AGITE / dalle indagini epidemiologiche al percorso nascita: il ginecologo e l’ostetrica sul territorio

Martedi, 29/09/2009 -
“È necessario superare lo scollamento e la contrapposizione tra mondo ospedaliero, universitario e territorio. Mi sembra fondamentale che si costruisca insieme un sistema coerente, efficiente ed efficace di gestione clinica, in cui considerare le pazienti al centro dell’attenzione” – con queste parole Maurizio Orlandella, Presidente AGITE (Associazione Ginecologi Territoriali) ha chiuso i lavori del convegno tenutosi in Lombardia dal 25 al 27 settembre.

“Si tratta di gestire un sistema complesso per eliminare le prestazioni inadeguate o inopportune, evitare la svalutazione delle professioni, costruire relazioni di reciprocità nel rispetto delle specialità, attraverso un accordo forte a tutti i livelli”.

Argomenti attualissimi: condilomatosi e tumori, la contraccezione ormonale, l’infertilità maschile, le cellule staminali, gli omega tre, il parto prematuro, il percorso nascita (gravidanza fisiologica, normative - maternità anticipata o cambio mansione per tipologia di lavoro -, consulenza di gruppo per la diagnostica prenatale), la salute riproduttiva, il pavimento pelvico, la visita ginecologica: timing, emersione dei problemi, azioni preventive…

In questa complessità si colloca il primo obiettivo strategico dell’associazione AGITE: favorire il collegamento delle azioni di ginecologi/ginecologhe e ostetriche, per la qualità del servizio ostetrico ginecologico del territorio, dai consultori agli ospedali.

“I ginecologi e le ostetriche del territorio, sono gli ‘operatori per la salute riproduttiva’, hanno necessità specifiche, differenti dai ginecologi e ostetriche che lavorano nell'ospedale, dove il lavoro quantomeno è adeguatamente standardizzato e definito, anche nelle attività ‘produttive’” viene precisato nel documento relativo agli obiettivi del convegno.

Non solo per gli addetti ai lavori: “Lo ‘stimolo’ a sviluppare documenti condivisi sulla prestazione ‘Visita Ginecologica’ parte da una comunicazione arrivataci di un sopralluogo dei Noc della Regione Lombardia, all'ambulatorio della prevenzione dell'Istituto Europeo Oncologico, che contestavano la necessità di 30 minuti per una sola prestazione, la ‘visita ginecologica’, dovendo controllare solo la salute di utero, tube, ovaie, vagina e vulva, dimenticando le ‘funzioni’ ad essi connesse, come la sessualità, la minzione, la defecazione, e le necessità sociali: il bisogno contraccettivo, la riproduzione, la necessità di mantenere un'integrità che non è destino, ma programmazione, azioni e indagini, necessitando il tutto di counselling, che è relazione, empatia, tempo”.

Il valore del tempo: lo conosciamo bene noi donne, pazienti ‘pazienti’ che ben disposte o mal disposte ci rivolgiamo alla medicina e alla ginecologia in cerca di risposte e di certezze.

Ben venga allora un approccio moderno, “olistico” della professione ginecologo/a, e alla definizione di Ginecologia e Ostetricia Medico Preventiva, idea e azione che nascono in un’area culturale e sociale per la “difesa dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne e degli uomini di qualsiasi età, nazionalità e religione”.

L’invito a confrontarsi su questi temi è aperto:, ginecologi, ginecologhe, associazioni di ostetriche, associazioni no profit che lavorano per la salute riproduttiva, su assistenza alla madre, parto naturale, associazioni di pazienti endometriosiche e così via.



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