Officine fotografiche - Documentare e immaginare, la fotografia attraverso gli occhi delle donne
Lunedi, 02/04/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2012
Si è conclusa lo scorso 25 marzo Obbiettivo Donna, settima edizione della rassegna di fotografia al femminile organizzata e prodotta da Officine Fotografiche con il contributo e il patrocinio del Municipio Roma XI, Assessorato alle Politiche Culturali e della Memoria. La rassegna, dedicata alla donne, quest'anno ha puntato l’obbiettivo sul confine tra documentazione e visione immaginifica, confermandosi quale “spazio di confronto per le donne che hanno scelto di esprimere, attraverso i diversi linguaggi, un punto di vista sulla società, i sentimenti e i fenomeni del nostro tempo”. Tre le giovani autrici in mostra: Silvia Camporesi, Veronica D'Altri e Stephanie Gengotti, con i loro progetti - La terza Venezia, Amore mio di provincia e Nine months - che "segnano il confine tra il genere documentario e la ricerca artistica, da cui emerge anche una visione più intima che esplora altre vie espressive".
Rumore bianco
di Sivia Camporesi
Estratto dal testo di presentazione di Marialivia Brunelli
“Rumore bianco è un particolare tipo di rumore caratterizzato dall'assenza di periodicità nel
tempo e da ampiezza costante su tutto lo spettro di frequenze. E' un suono continuo che
permea lo spazio. Questo concetto è il filo conduttore dei tre lavori che Silvia Camporesi ha
selezionato per questa mostra, dominati dal colore bianco, come se fosse il rumore di fondo
che accomuna le immagini...”
Silvia Camporesi è nata a Forlì nel 1973, laureata in filosofia, vive e lavora a Forlì. Attraverso i linguaggi della fotografia e del video e facendo spesso ricorso all’autorappresentazione, costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. La sua ricerca si muove su una sottile linea di confine fra immaginazione e realtà, fra veglia e sogno, in contesti in cui il soggetto è sempre in un rapporto di dialogo con l’elemento naturale e teso verso il tentativo di trascendere i limiti del corpo e della mente. Dal 2000 ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero.
Amore mio di Provincia
di Veronica Daltri
Estratto dal testo di presentazione di Annarita Curcio in collaborazione con Giammaria De Gasperis
“In queste foto di Veronica Daltri è il ‘piccolo mondo’ della provincia italiana a essere al centro
dell'attenzione, con le sue cento città a cui negli anni cinema e letteratura nostrani non hanno
mai smesso di guardare per dare voce alle mille storie della provincia, ai suoi luoghi e alle
strade che l'attraversano sprofondate nel paesaggio e nelle narrazioni che attorno a essa si
stratificano. Vengono in mente I vitelloni di Fellini o, in tempi più recenti, Ovosodo di Virzì;
mentre in ambito letterario i racconti di Piovene o la provincia emiliana tra Parma e Bologna,
protagonista di tanti pagine di Tondelli. Tuttavia in queste immagini sfila davanti ai nostri occhi
una provincia italiana contemporanea poco riconoscibile, lontana da quei cliché che la
vorrebbero sempre calda, umana e verace...”
Veronica Daltri nasce a Cesena nel 1985. Si diploma nel 2011 alla Scuola Romana di Fotografia, grazie ad una borsa di studio del San Lorenzo Foto Festival. Nel 2010 vince il premio Grow Up al
FoianoFotografia Festival. È tra i primi giovani a entrare a far parte della sezione LUZ Avantgarde
dell’agenzia LuzPhoto.Il progetto “Amore mio di provincia”, pubblicato sulla rivista RearViewMirror
Magazin, coniuga il linguaggio del reportage a quello dell’introspezione.
9 Months
di Stephanie Gengotti
Estratto dal testo di presentazione di Tiziana Faraoni
“Nine months è il titolo di una commedia hollywoodiana poco riuscita, nella quale Samuel
Faulkner, psicoterapeuta infantile, ha a disposizione i mesi di una gestazione per conquistare la
maturità necessaria per sostenere il ruolo di padre. Samuel Faulkner ha 40 anni. Le madri
ritratte da Stephanie Gengotti non hanno ancora ‘festeggiato’ le 18 primavere. Questo viaggio
fotografico parte da Napoli, dalla vita di 5 ragazze. Narra una storia diversa, la storia di
gravidanze desiderate, di amori indissolubili come solo gli adolescenti sanno tessere, di nonne
che sono state a loro volta “madri bambine”, di famiglie presenti, di piccole tenerezze e grandi
afflati emotivi…”
Stephanie Gengotti nasce nel 1972 a Roma dove tutt’ora vive. Di nazionalità Italo/Francese si laurea come interprete in lingua inglese e francese. Nel 2003 inizia come fotografa di scena lavorando per diverse case di produzione. Si diploma in fotogiornalismo alla Scuola Romana di Fotografia dove segue anche un master di moda e ritratto. Ha firmato numerose copertine di libri per la casa editrice Mondadori tra cui “La storia di Safiya”. Viaggia spesso in Africa per diverse ONG, seguendo progetti umanitari nelle zone più povere del continente. Attualmente si dedica a progetti a lungo termine con particolare attenzione alle tematiche sociali. Nella sua ricerca fotografica predilige la combinazione tra ritratto e ambiente. Il suo lavoro è stato esposto in festival e gallerie in Italia e all’estero. Nel 2010 con il progetto “Along the river” vince il Premio FNAC. I suoi lavori sono pubblicati in Italia e all’estero.
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