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Nuove norme all’orizzonte

Nuove norme all’orizzonte

Lavoro/ Regione Emilia Romagna - Il nuovo provvedimento approvato dalla Regione fornisce nuovi strumenti per la promozione dell’occupazione ed la migliore qualità della vita di uomini e donne

Tiba Di Gravio Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2005

Assegni formativi per i lavoratori e incentivi alle imprese, assegni di servizio, misure per sostenere l'occupabilità e la stabilizzazione delle condizioni di lavoro, la sua sicurezza e la regolarità. Queste alcune delle novità introdotte dalla legge n. 17/2005 "Norme per la promozione dell'occupazione, qualità, sicurezza e regolarità del lavoro", recentemente approvata dalla Regione Emilia-Romagna. Il provvedimento dà il via in sostanza ad una pluralità di nuovi strumenti con l'obiettivo primario di promuovere la piena occupazione, una migliore qualità del lavoro, la sua regolarità e sicurezza. Il mercato del lavoro della regione presenta un numero crescente di contratti flessibili che riguardano soprattutto le donne. Su un totale di 1 milione e 850mila occupati, nella regione i lavoratori atipici (intendendo per lavoro atipico ciò che l’Istat rileva come “non standard” e cioè lavoro dipendente a termine, co.co.co., co.co.pro., part time a tempo determinato e a tempo indeterminato, lavoro occasionale, lavoro autonomo) sono nel 2004 quasi 400mila, pari al 20% del totale, del 2003. Tuttavia tra i lavoratori maschi tale percentuale scende all’11%, mentre per le femmine è al 34%. I lavoratori a termine rappresentano il 6,62% dell’occupazione totale: di questi il 55,6% sono donne. I lavoratori con contratti di collaborazione o occasionali sono il 2,5% dell’occupazione totale, di cui il 59,7% sono donne. Inoltre secondo alcuni dati recentemente rilevati, 60mila posizioni di lavoro “standard” sono state trasformate in posizioni di lavoro atipico e il lavoro precario è volontario solo per 19,3% dei lavoratori, sarebbe cioè una modalità di lavoro subita.
L'instabilità dell'occupazione - col conseguente rischio di impoverimento delle famiglie - apre scenari di incertezza che possono indurre le persone a guardare con ansia e preoccupazione al loro futuro e che possono minacciare la coesione sociale del nostro territorio.
Ecco i punti salienti della legge.

Per un lavoro stabile, alcuni strumenti: gli incentivi, gli assegni formativi e la carriera esterna.
Il primo è la concessione di assegni formativi individuali per la frequenza di attività formative per favorire l'occupazione dei lavoratori attraverso il rafforzamento delle loro competenze. In secondo luogo la legge propone di sostenere il lavoratore nella costruzione di un bilancio di competenze: in pratica, si sostiene il lavoratore nella costruzione di una sorta di carriera non interna ad un'azienda, come accade ai lavoratori dipendenti, ma esterna, riconoscendo le competenze acquisite attraverso il lavoro, i percorsi di istruzione e formazione, e le competenze acquisite attraverso esperienze formative formali e non formali. Infine, la legge istituisce, per le imprese, gli incentivi alla trasformazione di rapporti di lavoro a forte rischio di precarizzazione in rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Le priorità e le modalità per la concessione di tali incentivi verranno stabiliti alla luce del piano annuale per l'occupazione dalla giunta regionale. Possono inoltre essere sostenuti i processi organizzativi aziendali che stabilizzino quote di lavoratori.

Per la conciliazione tra lavoro e impegni familiari: gli assegni di servizio.
Nonostante gli alti tassi di scolarità e l'elevata partecipazione delle donne alle attività formative, le lavoratrici sono discriminate e sottopagate (mediamente del 20, 30% in meno rispetto ai maschi). Per impedire che questo fenomeno obblighi le donne a lasciare il proprio lavoro, la legge propone la concessione di assegni di servizio volti a favorire l'accesso e la permanenza nel mercato del lavoro di persone a rischio di esclusione per carichi di cura e, inoltre, per facilitarne la progressione di carriera. In sostanza, si tratta di contributi che le lavoratrici, ma anche i lavoratori, potranno ottenere per poter acquistare quei servizi (quali quelli prestati da baby sitter e assistenti familiari per genitori anziani) che sarebbero altrimenti obbligati a svolgere in prima persona, ovviamente, però, rinunciando al lavoro fuori casa. Si sostengono inoltre le imprese nei processi di riorganizzazione aziendale che prevedano flessibilità degli orari, part-time (su richiesta del lavoratore) e telelavoro.

Per prevenire e attenuare gli effetti negativi delle crisi aziendali: la riqualificazione dei lavoratori.
Regione e Province, di concerto con enti locali e parti sociali, possono intervenire sulle crisi occupazionali per limitare gli effetti negativi che producono sulle persone e sul tessuto economico-sociale dei territori sostenendo progetti diretti alla formazione, all'orientamento, alla riqualificazione e al reinserimento dei lavoratori interessati, anche attraverso misure di accompagnamento individuale. Inoltre la legge prevede che vengano attivati processi di trasformazione o riorganizzazione economica e produttiva diretti al mantenimento delle condizioni occupazionali.

Rafforzare e qualificare il sistema regionale dei servizi per il lavoro.
A fronte di un mercato del lavoro sempre meno in grado di garantire un posto fisso per tutta la vita è necessario strutturare un qualificato sistema di servizi per informare, orientare e accompagnare al lavoro le persone. Accanto al sistema regionale dei servizi per il lavoro di competenza delle Province, esistono servizi autorizzati a livello nazionale o regionale che operano sul mercato, comunque rispettando il principio di non discriminazione e la gratuità per i lavoratori. La legge riserva tuttavia all'esclusiva competenza del pubblico tutta la parte relativa alle comunicazioni (come ad esempio quelle relative all'assunzione di un lavoratore) e le certificazioni (come quelle sullo stato di disoccupazione, il cui accertamento dà luogo alla concessione di indennità), mentre altri servizi (ad esempio, orientamento, consulenza per il bilancio di competenze) possono anche essere offerti dai soggetti accreditati. La legge intende dunque salvaguardare la complessa e delicata funzione dell'accompagnamento al lavoro su soggetti qualificati, pubblici o privati purché accreditati.

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