UISP - A Torino dal 2008 il progetto 'piscina al femminile' agevola l’incontro tra culture diverse
Lanzon Paola Lunedi, 18/10/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2010
Abbiamo intervistato Patrizia Alfano, presidente del Comitato UISP di Torino che ha ideato il progetto “Piscina al femminile”, pensato e realizzato per le donne e che coinvolge oggi una grande maggioranza di donne musulmane. ”Il progetto è nato sull’esperienza di un evento, il cui titolo era ‘Lo sport quotidiano delle donne’. Abbiamo realizzato una mostra, con immagini di donne che fanno sport e le cui didascalie denunciano i problemi, di agibilità, di tempi, di orari, di affidamento di figli. La mostra ha fatto il giro della città e ha intercettato nel suo cammino alcune donne musulmane, il cui problema era quello di trovare una piscina dove poter fare nuoto senza la presenza degli uomini. Ne abbiamo parlato con l’Assessora comunale alle Politiche per l’integrazione Ilda Curti, ed entrambe all’inizio eravamo preoccupate di creare una ‘piscina islamica’. Invece è passata l’idea di un luogo dedicato alle donne. Il corso è iniziato nel 2008 con 20 musulmane e 10 italiane. Istruttrici e personale era tutto femminile. Ci siamo rese conto che le perplessità iniziali, relative all’esclusione degli uomini che poteva rappresentare un ritorno al passato o addirittura una sconfitta, si sono tradotte nell’azione pratica in una esperienza molto positiva. Il primo risultato è stato l’incontro e il riconoscimento di una cultura diversa dalla nostra. Abbiamo rilevato che l’esigenza di ritrovarsi in un ambiente al femminile era sentita anche da molte donne italiane, la cui presenza nel tempo è aumentata. Non dimentichiamo che la piscina è un luogo particolare in cui ci si sveste. Inoltre questa occasione di incontro con le musulmane è preziosa per noi e per loro poiché raramente riusciamo ad intercettarle nel quotidiano. Anche quando le incontriamo, come ad esempio nella scuola, magari per la fretta non c’è occasione per parlare e conoscersi. Dall’altra parte loro sono un po’ chiuse, a volte diffidenti. Per molti di noi sono le donne con il velo. Non ne conosciamo la voce. L’attività in piscina è stata per molte di noi una vera sorpresa: stare con loro, vivere il loro entusiasmo, proprio perché per loro questa attività è un momento di liberta eccezionale, è un’opportunità davvero speciale. Le abbiamo scoperte sempre allegre, pronte ad organizzare incontri in cui tutte portano cibi tipici dei loro paesi. Il risultato è stato sorprendente: 10 feste in due anni! Attraverso loro abbiamo scoperto l’esistenza di una associazione islamica che ha un suo coordinamento donne moto attivo che organizza conferenze, attività e laboratori per i bambini. Hanno anche organizzato di recente una conferenza su velo, alla quale abbiamo partecipato anche noi, con le donne italiane del corso e le nostre istruttrici di nuoto. È stato molto interessante”.
Tu hai mai partecipato a queste mattine completamente rosa organizzate in piscina?
Vado quasi sempre e mi diverto da matti. C’è un clima bellissimo e un grande scambio culturale e umano. Sono sempre di più le donne italiane che frequentano questa attività proposta dalla UISP.
Questa attività è unica, rimane cioè un caso isolato?
Sembra proprio di no. In un altro quartiere di Torino partirà un altro corso sollecitato da un gruppo di donne di una comunità senegalese.
Paola Lanzon è Responsabile Coordinamento nazionale donne UISP
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