In Italia ancora manca la Commissione Nazionale sui Diritti Umani, così come stabilito dalla Convenzione Onu sulla disabilità. Il “Movimento”, con una rappresentativa presenza femminile, s’incontra a Roma, in Via dei Frentani
Venerdi, 04/12/2009 - Non è uno slogan, ma una concreta volontà di agire per un bene sociale, cosa che ultimamente non sembra essere nei pensieri dei nostri politici, ma Mario Dany De Luca (da non confondere con A. De Luca) di fronte al “Movimento” di base dei disabili rappresentanti della FISH Onlus, FAND, e molti altri –circa 350 persone-, inizia - presso la sede Congressi di Via dei Frentani, il 3 dicembre, a Roma-, così il suo discorso: “Care amiche e cari amici, sarà per la comune provenienza territoriale, ma quando ho incontrato il presidente Di Pietro e mi ha fatto partecipe del suo progetto mi è tornato alla mente il ricordo di me adolescente che viveva in un piccolo paese del sud durante gli anni ’60…”. Lungi da un discorso pre-elettorale di vetrina, o da un polpettone pseudo intellettuale, ci troviamo di fronte ad argomentazioni concrete, dettate da un sano pensiero, e da un giusto sentimento: un impulso che è già azione, per la sua onestà, esperienza e coerenza. “Una piccola comunità con un cuore grande”, continua De Luca, parlando dell’atteggiamento e del senso di protezione che una volta era riservato ai disabili, parlando della sua esperienza di bambino affetto da polio e dell’accoglienza e dall’amore trovato nel suo paese. Poi, al di fuori di tanta protezione venne l’epoca dell’Università, della grande città, Roma, e allora non restava che appassionarsi alla politica, perché ancora, essa, non era il luogo della “messinscena e del tornaconto affaristico”, ma sembrava l’unico luogo di risposta a certe domande, al contrario di ora che la politica ha perso tensione valoriale, allontanandosi dalla società. Eppure le persone perbene che nella politica continuano a investire le loro energie esistono e la massiccia presenza di questo evento ne è una prova. La politica deve essere ancora il luogo dove si devono vedere riconosciuti i propri diritti. “Ci crediamo ancora –continua De Luca- perché vogliamo un’Italia più pulita e onesta”, in sintesi un paese dove i soldi e le risorse non finiscano agli appalti per amici di amici. A questo proposito, nell’ambito della manifestazione, Di Pietro afferma: “Per la socializzazione, le attività lavorative e ricreative, anche nel mondo della disabilità servono strutture. In questa finanziaria c’è una norma che non accettiamo e chiediamo di modificarla. Chiediamo che i 5.000 beni confiscati ai mafiosi, invece di venderli a mafiosi, siano usati per l’assistenza sociale”. I fondi per la disabilità, in pratica, si potrebbero facilmente trovare con i beni confiscati alla Mafia, invece di restituirglieli con il giochetto delle aste: “Chi comprerebbe mai una villa di un mafioso? Solo uno della famiglia, altrimenti chiunque altro lo facesse, il giorno stesso sarebbe azzoppato”! Il governo, così facendo, riduce il diritto all’esistenza! “Un governo- afferma De Luca- che prende i soldi di Telethon e li presta illegalmente ad Alitalia che a sua volta decide di non applicare la legge che prevede l’esenzione del lavoro notturno per le persone che hanno familiari con handicap grave”. Per non parlare dei tagli alla scuola e a tutto ciò che ne verrà. Prima di questa norma “pro-mafia” la legge destinava i beni a un utilizzo sociale, affidandoli a cooperative sociali che con coraggio, e sfidando le mafie, permettevano di far lavorare tanti disabili. Ricordiamo le lotte di Don Ciotti che sta denunciando con forza questa norma vergognosa. “..Perché ci sembra di non avere più voce? -continua M.D. De Luca- Perché non abbiamo cittadinanza nei modelli che ci vengono propinati dalla TV e che vanno a costruire il senso comune. Un’operazione di rimozione culturale, di sostituzione della realtà con una fittizia in cui trovano spazio solo giovani aitanti, ragazze bellissime, corpi perfetti. Sembra che l’imperfezione o la vecchiaia non facciano più parte di questo mondo e che se una ragazza ha un naso appuntito e non va dal chirurgo estetico, se un uomo vede i suoi capelli imbiancarsi e non ricorre alla tinta, diventano persone indegne. Questo è il modello culturale sempre più dominante, un modello in cui l’etica è stata sostituita dall’estetica”. Una forma di razzismo neppure troppo strisciante che lavora nel profondo per disarcionare valori importanti del vivere civile. Allora cosa dovrebbe fare un disabile? La vita delle persone in carne e ossa è cosa diversa da quella raccontata in TV, e il pensiero costante dei genitori di disabili è sulla fine che farà il figlio dopo la loro morte. Chi se ne occuperà? E allora il “tutto bene” del Cavaliere non spiega il taglio di 600 milioni di euro al fondo nazionale per le politiche sociali. Quali valori difendono gli attuali politici di governo? Di disabilità non si parla, afferma il Presidente Nazionale del Forum Italiano sulla Disabilità, Tommaso Daniele, che condivide il giudizio di Di Pietro sulla disattenzione della politica verso i disabili. “Questa mattina- ha sottolineato- abbiamo celebrato la giornata del disabile e il governo era assente”. Per inciso il 60% di tutti i disabili sono donne, il 33% è portatore di almeno due disabilità, e l’occupazione è scesa di 5 punti e mezzo dal 2004. Giampiero Grosso afferma che s’impone una nuova visione, perché la disabilità è un tema di discriminazioni: “la società deve essere riabilitata, non noi”! Carlo Rossetti, parla delle atassie, del rischio di non poter più arrivare a delle diagnosi precoci dopo i tagli alla ricerca e alle Università, e della necessità di battersi per non lasciare la ricerca nelle mani dei privati. Ci sono molte donne che rappresentano il Movimento, tra le quali, Luigia Civili, Silvana Giovannini e Ida Collu, Presidente Nazionale ENS (Ente Nazionale Sordi), che si batte da sempre sul diritto al riconoscimento della lingua dei segni, ancora ignorata nell’ambito politico. “Servono rappresentanti per la disabilità perché le esigenze le sappiamo solo noi” , afferma la Collu, con un messaggio diretto alla politica che deve trasformarsi! Silvana Giovannini, madre di un disabile, pone l’accento sul declino etico che il nostro paese sta attraversando, per lo sfruttamento e l’abuso dei mezzi di comunicazione, e per l’emarginazione verso il mondo della disabilità, con gli attentati alla dignità della persona. Ricorda con nostalgia i valori della solidarietà attiva, il valore della famiglia, come prima risorsa, con la capacità di accudire che non conosce sosta…Cuore e cervello sempre! Condivide la paura del “dopo di noi”, stesso tema trattato da Di Pietro, quando aveva accennato al triste destino di una sua persona di famiglia dopo la morte dei genitori…
Forse c’è un nemico più grande di questo governo: la solitudine che accomuna tante famiglie, il senso di abbandono che queste provano, la paura che loro hanno quando pensano al futuro. Tanti diritti che aspettano di essere considerati e assicurati con atti normativi.
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